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Il contributo di Gabriele Roccella

IL FUTURO CHE CI ASPETTA

Noi siamo nati per favorire e accelerare la nascita del Partito Liberaldemocratico, saldamente ancorato all’ALDE e a Renew Europe. Relegare questo obiettivo nel futuro remoto per accontentarsi di una lista per le prossime elezioni europee sarebbe, di fatto, un fallimento.

Le liste elettorali durano solo il tempo della campagna elettorale. Non essendo fondate su un progetto comune ai vari partiti che vi convergono, ma solo sulla disperazione di non poter superare da soli lo sbarramento, dopo le elezioni fanno la stessa fine dei sogni al mattino.

Inoltre sono, di fatto, una presa in giro degli elettori. Che, nelle intenzioni dei partiti che formano la lista, hanno lo spiacevole ruolo dell’ingenua vittima della truffa.

Parlo per esperienza personale. Alle ultime elezioni politiche, dopo sedici anni di astensione per mancanza di un partito liberale a cui dare il voto, ho votato per un partito del promesso costituente “Terzo Polo”. Ritrovandomi, dopo qualche mese, nello stesso stato d’animo di quel signore italo-americano che comprò la Fontana di Trevi da Totò, nel famoso film.

Aggiungo che, nel migliore dei casi, la lista elettorale consentirà l’elezione di uno o due politici che non conteranno nulla nel nuovo Parlamento europeo.

Quindi vi chiedo, anticipando che la mia risposta è no, vale la pena sacrificare il consenso raccolto dalla nostra associazione e il lavoro sin qui svolto per raggiungere un risultato mortificante come la lista elettorale dei partitini personali che si agitano nell’area vagamente liberale?

Molto meglio prendere atto che in Italia, nella nostra area politica, non ci sono leaders politici che sono disposti a rischiare il posticino che si sono conquistati sul palco dove si rappresenta la commedia politica italiana.

Se così stanno le cose, ci sono solo due alternative: abbandonare il progetto oppure andare avanti da soli. A questo punto io non posso che fermarmi e ascoltare quelli molto più preparati di me.

Io andrei avanti, fonderei il partito, accetterei il risultato elettorale ottenuto (anche deludente) e lavorerei per far crescere il partito, anche se servissero cento anni. Ma io non so tante cose, anche pratiche, che sono indispensabili nella costituzione e gestione di un partito.

Gabriele Roccella

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