Dopo la vittoria di Schlein alle primarie del PD, nel terzo polo tanti vorrebbero “rifondare il centrosinistra” e diventare ciò che “avrebbe dovuto essere il PD”.
Si parla di “praterie”, parola che porta una sfiga pazzesca, di transfughi da accogliere, come se non ci fossero già abbastanza ex-PD fra i dirigenti del terzo polo.
Semmai é necessario fare il contrario e smetterla di fare le anime serie e competenti della sinistra riformista, visione presuntuosa, vecchia e pure antipatica.
Questo atteggiamento da corrente esterna del PD, rappresenta ormai una perversione da consegnare agli studiosi delle nuove patologie psichiche.
Purtroppo, quantomeno a giudicare da ciò che si legge sui social, sono vittima di questa patologia tanti militanti del terzo polo (specie di Italia Viva), ma, purtroppo, anche diversi dirigenti.
Se prevalesse questa opzione, il terzo polo si auto-condannerebbe alla sicura irrilevanza.
Per scongiurare questa triste deriva, può essere molto importante il ruolo di un’associazione di ispirazione autenticamente liberale come LDE nella costruzione del partito cosiddetto unico ed é almeno altrettanto strategico il coinvolgimento di figure (tante) estranee agli steccati dei partiti fondatori.
Staremo a vedere. La buccia di banana é ben disposta sul pavimento.
Alessandro Chelo, alechelo.blog