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Programma

UN IMPEGNO PER UN’ITALIA LIBERA e EUROPEA

PERCHE’ SIAMO CONVINTAMENTE EUROPEISTI.

Siamo convintamente EUROPEISTI. L’EUROPA è nata per promuovere lo SVILUPPO ECONOMICO, il BENESSERE e la STABILITA’ degli Stati Membri attraverso la tutela delle libertà individuali, della concorrenza nei mercati e della cooperazione tra Stati. Questo significa fare parte dell’Europa. E, per questo, noi vogliamo un’ITALIA dal federalismo che faccia corrispondere la mano che spende con quella che riscuote, che stia in Europa e che torni ad esserne PROTAGONISTA, contribuendo a realizzare una Unione Europea più UNITA, più APERTA, più SOVRANA e più DEMOCRATICA saldamente ancorata all’ALLEANZA ATLANTICA garanzia di sicurezza nella libertà, dell’indipendenza energetica e tecnologica.

Per tornare a essere PROTAGONISTI in EUROPA, per una ITALIA EUROPEA ed EUROPEISTA dobbiamo realizzare, con pragmatismo e rifuggendo da ideologismi e demagogia, le riforme che da anni sono rimaste in sospeso nel nostro Paese.

UNA SPESA PUBBLICA PIU’ EFFICACE. Superare l’uso improduttivo e clientelare della spesa pubblica che aumenta la pressione fiscale e rende il debito pubblico insostenibile e ostacolo alla prosperità delle generazioni future. Partendo da un piano credibile di riduzione e riqualificazione della spesa pubblica è necessario destinare le risorse pubbliche a investimenti a sostegno della competitività del Paese anche attraverso forme di partenariato tra pubblico e privato. Occorre realizzare un’anagrafe digitale nazionale della spesa sociale che permetta di destinare le risorse pubbliche ai più bisognosi evitando sussidi indiscriminati e regressivi.

UN SISTEMA FISCALE GIUSTO. Un sistema fiscale trasparente, giusto e semplice. Che promuova l’eguaglianza delle condizioni di partenza senza essere vessatorio e consenta di crescere liberamente diseguali! Che favorisca e non ostacoli l’attività di impresa. Che scoraggi e non promuova l’evasione. Che restituisca ai cittadini servizi efficienti e di qualità. Che incoraggi risparmi e investimenti. Basta a interventi a margine sull’IRPEF e forfait elettorali che creano diseguaglianza. Occorre una riforma organica del prelievo sui redditi delle persone fisiche e giuridiche, basata sullo sfoltimento delle imposte indirette e sull’equità di quelle patrimoniali, sul taglio della spesa fiscale e sulla copertura dei minori prelievi con paritaria copertura di spesa.

PIU’ MERCATO. Promuovere la concorrenza per e nel mercato superando i monopoli ingiustificati, la partecipazione dello Stato al capitale di impresa quando non è necessario, la tutela di interessi particolari e i sussidi immotivati e indiscriminati. Più mercato significa spazio per imprese meritevoli perché più produttive e innovative. Più mercato significa più libertà scelta, servizi di maggiore qualità e prezzi più convenienti per i cittadini. Più mercato significa realizzare una allocazione efficiente delle risorse pubbliche evitando la sopravvivenza di imprese-zombie a spese dei contribuenti.

UNA GIUSTIZIA PER UNO STATO DI DIRITTO. Processi civili e penali dalla durata certa sono essenziali per la competitività del sistema produttivo e per garantire il diritto dei cittadini a processi giusti. Nel processo penale, il superamento dell’obbligatorietà dell’azione penale e una netta e definitiva separazione delle carriere tra magistratura giudicante e inquirente sono necessarie per realizzare un vero rito accusatorio di matrice liberale. Aspetto imprescindibile se si vuole evitare la violazione dei diritti fondamentali dei cittadini/imputati. La valorizzazione del merito è necessaria anche nella progressione di carriera dei magistrati. Una riforma costituzionale che porti alla creazione di un doppio CSM appare dunque indifferibile.

FORMARE I TALENTI DEL FUTURO. L’economia globale e la rapidità dei cambiamenti in atto richiedono competenze sempre più trasversali, che combinano cultura umanistica, economica e tecnica. La scuola deve promuovere la formazione continua dei docenti, valutarne le performance, e valorizzarne il merito insieme a una riforma dei programmi scolastici che permetta di formare talenti per le professioni del futuro. Una concorrenza virtuosa tra scuole pubbliche e paritarie e il superamento del valore legale del titolo di studio sono certamente di aiuto per raggiungere l’eccellenza del sistema scolastico.

FARE EMERGERE I TALENTI DEL FUTURO. L’Italia è tra i Paesi EU che ha tra i più bassi tassi di mobilità sociale. Serve destinare dotazioni straordinarie a scuole pubbliche a e Università per premiare i migliori risultati, prevenire l’abbandono scolastico e ridurre l’eterogeneità nella qualità dell’offerta didattica. Borse di studio più selettive e capienti e l’accesso al credito privato come pilastri della partecipazione universitaria. Valorizzare le imprese che offrono ai lavoratori formazione long life learning, incoraggiare la creazione di Agenzie per il Lavoro private (e non i Centri per l’Impiego) per favorire l’occupazione e la mobilità nel mercato del lavoro sono riforme cruciali per garantire sviluppo sociale e una classe dirigente ispirata a merito e competenza.

UNA SANITA’ CHE FUNZIONA. La definizione completa dei Livelli Essenziali delle Prestazioni richiede risorse adeguate per aggredire le gravi disparità dei servizi sanitari che caratterizzano il Paese. Nella creazione di 1300 Case di Comunità per la medicina territoriale è forte il rischio di destinare le risorse alle spese di gestione e personale più che alle prestazioni, alle nuove tecnologie necessarie per la diagnosi precoce, per la gestione di un numero crescente di cronici, per la telemedicina e per l’assistenza domiciliare. Va completata la riforma degli IRCCS pubblici e privati, eccellenze nel campo della cura e della ricerca nelle Scienze della Vita. Va separata la funzione dello Stato regolatore da quella di erogatore dei servizi. Vanno rafforzati gli enti indipendenti che valutano efficienza e innovazione dei provider per garantire parità pubblico-privato, basata su criteri di qualità, nell’ottenimento dei finanziamenti. A tal fine è altrettanto essenziale la rimozione dei limiti all’utilizzo di provider privati, per ridurre le disparità territoriali e le lunghe liste di attesa, e del payback che impone ai privati il ripiano delle spese ospedaliere.

L’ITALIA DI TUTTI. L’Europa, e l’Italia in particolare, stanno affrontando negli ultimi anni una crisi migratoria senza precedenti a causa dell’instabilità politica e dei conflitti in numerose regioni del Mediterraneo. Limitarsi ai salvataggi in mare o, peggio, al respingimento delle imbarcazioni di migranti non è fare politiche di immigrazione serie, come destra e sinistra ci propinano da decenni. Ogni Paese europeo deve fare la sua parte nell’accoglienza dei migranti. È necessario perseguire la politica dei corridoi umanitari e l’intervento presso i paesi di provenienza dei flussi migratori. E al contempo, favorire l’integrazione degli immigrati attraverso la formazione linguistica e di competenze, garantendo per tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri dei cittadini italiani, valorizzando i talenti e le competenze di tutti nella scuola e nel mercato del lavoro.

LE DIVERSITA’ COME RICCHEZZA. L’approccio inclusivo alle diversità è uno dei principi cardine dello sviluppo delle politiche europee e numerose sono le iniziative dell’Unione Europea per prevenire le discriminazioni fondate sulle caratteristiche etniche, religiose, di genere, di orientamento e identità sessuale nel mercato del lavoro come nel contesto famigliare. A queste iniziative, e ai principi di inclusione, devono ispirarsi anche le politiche italiane per una società dove la diversità è un valore da difendere e coltivare, garantendo eguaglianza di opportunità e di diritti e non solo di doveri. Dove lo Stato non si trasforma in uno Stato etico e dove tutela la libertà dei singoli di scegliere come condurre la propria vita dal suo inizio alla sua fine.

UNA EUROPA PIU’ FORTE. Per una democrazia europea più forte, vogliamo promuovere una nuova politica transnazionale, eleggendo un/a vero/a presidente dell’Unione europea, votando direttamente i partiti politici europei attraverso liste comuni in una circoscrizione unica europea e promuovendo nuove forme di partecipazione democratica diretta sull’esempio della Convenzione sul futuro dell’Europa.

ENERGIA SOSTENIBILE E SICURA. Non può esservi energia sostenibile se non vi è sicurezza energetica. Servono quindi politiche energetiche e ambientali realistiche che non sacrifichino la sicurezza energetica e che promuovano una transizione energetica basata sul contributo di tutte le tecnologie utili e su costi sostenibili da tutti, famiglie e imprese, superando opposizioni di natura ideologica non suffragate da evidenza scientifica. A tal fine, è necessario incrementare la produzione domestica di idrocarburi, accelerare e aggiornare il processo autorizzativo delle infrastrutture e degli impianti energetici e garantire mercati dell’energia concorrenziali.

INNOVAZIONE DIGITALE PER UN PAESE MODERNO. Industria 5.0 e digitalizzazione della PA devono essere supportati con misure strutturali che devono diventare permanenti nel nostro ordinamento. Non possono essere affrontate con incentivi a tempo. Fintech, big data, nanotecnologie e Intelligenza Artificiale sono ascisse e ordinate su cui puntare per accrescere specializzazioni e valore aggiunto del manifatturiero che a ogni crisi regge l’Italia sui mercati internazionali, e per banche date pubbliche interopearabili e accessibili a ogni cittadino e impresa accrescendo rapidità ed efficacia dell’accesso di ciascuno e innalzando produttività ed efficacia dell’immensa spesa pubblica destinata alla mera gestione degli apparati pubblici.