NEWSLETTER LDE N. 11 – 27/5/2023
Liberaldemocratici
Ha avuto un’ottima riuscita la due giorni di Renew Europe a Roma. Il gruppo del Parlamento europeo formato dai liberali dell’Alde (di cui fa parte Più Europa), dai riformisti del Partito Democratico Europeo (di cui sono membri sia Azione che Italia Viva) e da partiti indipendenti come il francese Renaissance di Emmanuel Macron, ha presentato il progetto di una lista unica alle elezioni europee del giugno 2024 in Italia.
Presenti il nostro fondatore Sandro Gozi, in rappresentanza del PDE e di Renew Italia, Matteo Renzi, Riccardo Magi, Carlo Calenda e, per noi, Giuseppe Benedetto.
Gli animi si sono un po’ rasserenati in vista dell’obiettivo, di cui finalmente si è percepita l’estrema importanza. Renzi ha detto che “Per allargare la famiglia di Renew bisogna accettare l’idea che non si possa essere d’accordo con tutti”, mentre Carlo Calenda si è invece concentrato sul percorso da fare insieme e su ciò che va evitato: “Non promettere più di ciò che possiamo mantenere, tenere il nucleo dei gruppi unici in Parlamento e cessare ogni tipo di attacco reciproco. E poi lavorare con grande calma: il problema non è fare una lista per le Europee, ma renderla credibile”.
Su questo concordiamo. Come già detto, a noi interessa un progetto di lunga durata, un solido progetto culturale, prima ancora che politico.
Giuseppe Benedetto ha affermato che dobbiamo evitare di costruire il partito dell’ennesimo leader: dobbiamo costruire un partito liberaldemocratico attorno a condivisi principi fondanti, come l’economia di mercato, i diritti civili, l’equità della giustizia.
Perché lo vogliamo noi?, si è chiesto Benedetto. No, perché lo spazio politico e un intero mondo che si richiama a questo posizionamento ci sono e stanno solo aspettando un progetto credibile.
Firmerei, ha detto Benedetto, per un 3,9% alle europee se da lì in avanti potesse iniziare un cammino concreto verso un nuovo partito unico.
In settimana Giuseppe Benedetto aveva espresso gli stessi concetti in un magistrale editoriale uscito su Il Sole 24 Ore: “Non ci interessa il partito di Calenda, di Renzi o di chissà chi altro. Ci interessa dar vita con Renzi, Calenda e chi ci starà ad una forza politica nuova, anche complessa e articolata, diversificata al suo interno, aperta, viva e contendibile”.
In un’intervista rilasciata a Linkiesta Sandro Gozi ha rimarcato molti di questi concetti: « È importantissima la prospettiva di una lista unitaria di Renew Italia. Sono convinto che l’ambizione delle forze liberali, democratiche e riformatrici non può essere quella di chi fa il quattro per cento. Deve essere quella di chi veramente presenta un’alternativa sia all’estrema destra reazionaria di Giorgia Meloni sia alla sinistra movimentista e populista di Elly Schlein».
La posta in gioco è il ruolo dell’Italia in Europa, è una presenza forte al Parlamento europeo dopo il 2024, dove l’Italia può essere anche la seconda delegazione di Renew Europe, che oggi è il terzo gruppo parlamentare.
Il Country report della Commissione Ue dedicato all’Italia
L’ultimo Country report della Commissione Ue dedicato all’Italia costituisce l’ennesimo bagno di realtà.
Ecco alcuni passaggi:
- i risultati scolastici in Italia rimangono bassi. Il sistema scolastico è afflitto da problemi strutturali di lunga data, che la pandemia ha esacerbato. Anche i divari sociali e regionali nei risultati sono aumentati. Nonostante i recenti miglioramenti, il sistema educativo italiano si colloca al di sotto della media dell’UE sulla maggior parte degli indicatori. La percentuale di persone con titoli di studio superiori rimane molto bassa, soprattutto nei settori scientifici;
- anche la partecipazione alla formazione degli adulti è rimasta al di sotto della media UE. Un’indagine nazionale sulle imprese con almeno 10 dipendenti riporta che nel 2020 circa due terzi delle imprese hanno organizzato la formazione, coinvolgendo solo il 45% dei dipendenti;
- il rischio di povertà ed esclusione sociale rimane elevato. Tra il 2005 e il 2019 l’Italia ha registrato una crescita media dei salari reali negativa (-0,2% all’anno). Se da un lato ciò ha favorito la competitività delle imprese italiane, dall’altro ha inciso sul tenore di vita dei lavoratori a basso reddito. Nel 2022, i salari nominali sono aumentati del 4,5%. Tuttavia, a causa dell’elevata inflazione, i salari reali sono diminuiti del 2,8% nel 2022 e non si prevede che aumentino di nuovo quest’anno;
- la disuguaglianza di reddito è rimasta al di sopra della media UE nel 2021. La percentuale di famiglie in povertà assoluta è in aumento dal 2005. I servizi sociali sono frammentati e non sempre rispondono sufficientemente ai bisogni, soprattutto nel Sud;
- l’elevato rapporto debito pubblico/PIL dell’Italia limita la politica di bilancio, in particolare in un contesto di tassi di interesse in aumento. La persistente bassa crescita della produttività è stata anche un fattore chiave della prolungata debolezza della crescita economica italiana;
- le inefficienze strutturali del settore pubblico scoraggiano gli investimenti e rallentano la crescita della produttività. La pubblica amministrazione rimane soggetta a una gestione inefficace e a un eccesso di burocrazia;
- secondo il Quadro europeo di valutazione dell’innovazione, l’Italia ha un rendimento moderato in materia di innovazione. Sia le imprese che il settore pubblico spendono meno della media UE per la ricerca e l’innovazione;
- il sistema fiscale ostacola l’efficienza economica e la crescita.
Gli italiani e l’Ucraina
L’ultimo sondaggio di SWG per il Tg di La7 ha fotografato una divisione politica piuttosto netta per quanto riguarda l’opportunità di appoggiare pienamente la linea di Zelensky e dell’Ucraina sulla guerra.
Male. Dobbiamo continuare a lavorare incessantemente per spiegare perché non vi sono alternative alla dottrina ucraina della vittoria. Da essa dipende la tenuta dell’Occidente e dell’ordine internazionale costruito attorno alla difesa della democrazia e all’internazionalismo liberale.
Come ha detto Vittorio Emanuele Parsi, costringere la Russia a ritirarsi dall’Ucraina è l’unica via per ricostruire la pace. “Ok, la responsabilità della guerra è di Putin, ora andiamo avanti” è una frase che non si può sentire. Finché Mosca non ferma l’aggressione e si ritira, l’unico “avanti” dove andare è la linea del fronte.
Ita Airways: addio
È andata! Lufthansa ha rilevato Ita Airways. Stasera beviamoci un cocktail in onore di Giuseppe Conte, Domenico Arcuri, Salvini, Berlusconi, i capitani coraggiosi d’Italia senza capitali e tutti gli statalisti per i quali in Italia “ci vuole una compagnia di bandiera, altrimenti il turismo muore” e amenità simili.
Da oggi le tasche dei contribuenti si alleggeriranno almeno di questo fardello. Questa è l’unica notizia che conta.
Non dimentichiamoci quanto è costata Alitalia alle casse dello Stato: 11 miliardi.
Il libro della settimana
La libertà che cambia, di Ferdinando Adornato e Rino Fisichella. Un teologo, protagonista della vita della Chiesa e un intellettuale laico, impegnato nel giornalismo e nella politica, si confrontano sui principali temi della vita contemporanea. L’invasione russa dell’Ucraina e lo scontro geopolitico mondiale, l’identità dell’Europa e dell’Occidente di fronte alla sfida delle autocrazie, il destino della globalizzazione e dei diritti umani.
Prossimi eventi
6 giugno: ore 18:00 webinar sulle riforme costituzionali sul sito libdemeuropei.it
8 giugno, Roma, ore 20:00, “Oltre il Terzo Polo”, cena di raccolta fondi presso l’Hotel NH Collection di Roma centro, via dei Gracchi
16-17 giugno: Bologna: assemblea degli iscritti di LDE aperta a tutti, inclusi i non iscritti. Trovate qui tutti i dettagli. Iscriveteci utilizzando l’apposito form