Un aiuto per l’Emilia Romagna
Il nostro primo pensiero oggi va agli abitanti dell’Emilia Romagna in queste ore di estrema difficoltà e estremo bisogno.
La Regione ha introdotto il numero verde 800024662 a cui ci si può rivolgere per richiedere beni di prima necessità, o per sapere come fare a raggiungere l’abitazione di altri parenti, ma anche per comunicare la propria disponibilità a prestare aiuto.
La Giunta regionale ha poi deciso di avviare una raccolta fondi per sostenere le persone e le comunità colpite. Chiunque potrà versare un contributo utilizzando queste coordinate bancarie:
Iban: IT69G0200802435000104428964
Causale: “ALLUVIONE EMILIA-ROMAGNA”
Per donare dall’estero, codice Bic Swift: UNCRITM1OM0
Il conto corrente è intestato all’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia-Romagna.
Appello all’unità delle forze riformatrici e liberaldemocratiche
Siamo disorientati quanto voi. La spirale di polemiche, acredini e attacchi personali a cui stiamo assistendo in quello che fu il Terzo Polo è esattamente ciò contro cui stavamo lavorando.
L’obiettivo sul breve termine forse si ridimensiona: cercare di fare di tutto per presentare almeno una lista unica alle prossime elezioni europee sotto il nome di Renew Europe, che costituisce la casa naturale delle forze liberaldemocratiche.
Per noi le forme federative, le alleanze estemporanee, i cartelli elettorali rimarranno sempre una seconda scelta e a tendere non dovrebbero più rappresentare un’opzione.
L’obiettivo di medio lungo termine deve rimanere quello di creare un grande partito unico riformatore e liberaldemocratico, all’interno del quale confinare il confronto attorno a grandi valori condivisi.
Sul breve termine cerchiamo almeno di lavorare tutti uniti per non lasciare l’Europa in mano a sovranisti e reazionari.
Qui trovate il nostro appello all’unità firmato da Oscar Giannino, Sandro Gozi, Alessandro De Nicola e Giuseppe Benedetto, comunicato anche alla stampa e diffuso da Linkiesta:
La spirale di polemica sempre più aspra avviatasi tra le forze parlamentari liberal democratiche e riformatrici è irragionevole e distruttiva, non ha fondamento in incomponibili divergenze programmatiche, mette a sempre più serio rischio il comune obiettivo di impegnarsi per estendere l’area di consenso a princìpi e riforme che in Italia non sono patrimonio né dell’attuale destra né dell’odierna sinistra.
Se non si pone un rapido freno di ragionevolezza, si mina sin d’ora la possibilità che tra un anno, alle prossime elezioni europee, parti rilevanti dell’elettorato d’opinione, che anche alle recentissime amministrative hanno continuato ad astenersi dal voto non trovando rappresentanza, possano e vogliano invece riconoscersi in una più vasta e credibile offerta liberaldemocratica e riformatrice.
Come Libdem, associazione e non partito proprio per evitare equivoci di voler dar vita a un’altra mini formazione politica, ci riconosciamo e ci riconosceremo solo nell’impegno a sostenere chi con chiarezza univoca si unisce nel simbolo e nei valori di Renew Europe, non certo in partiti in lotta aspra tra loro.
Proprio alla luce di tutte queste considerazioni, nel rispetto assoluto per Azione e Italia Viva, avvertiamo oggi il dovere di rivolgere loro un duplice caloroso appello: stop a polemiche e comportamenti che rendano difficoltosi dialogo e fiducia reciproca, e preservate gelosamente la federazione e i gruppi unici cui avete negli ultimi mesi dato vita in Parlamento, allargandola anche a + Europa ed estendendola agli altri soggetti costituenti la spina dorsale dell’area liberal-democratica.
Sciogliere tale intesa, che era solo un primo passo e come tale era stato giustamente presentato, non sarebbe a vantaggio di nessuno: ma solo una verticale, comune e collettiva perdita di credibilità. Non date questa inattesa soddisfazione alla destra e alla sinistra, pronte entrambe a ripetere che non c’è alternativa al loro bipolarismo di zero riforme ed esponenziale populismo.
I fondatori di LibDem:
Giuseppe Benedetto, presidente fondazione Einaudi
Sandro Gozi-Renew Europe
Alessandro De Nicola
Oscar Giannino
Sandro Gozi in ogni caso cercherà di far ragionare Renzi e Calenda nel corso di un evento di Renew Europe che si terrà il prossimo 24 maggio a Roma.
Riforme costituzionali
Nel corso del convegno organizzato in settimana al Cnel dalla rivista scientifica Federalismi.it è stata bocciata in maniera pressoché unanime la forma di governo presidenziale per la nostra Repubblica.
Non si tratta di una posizione ideologica, ma molto pragmatica, che tiene conto della varietà del tessuto politico e sociale italiano e della storia della nostra Carta costituzionale.
Il salto da una forma di governo parlamentare a una presidenziale con lo scopo di una maggiore stabilità e governabilità potrebbe risultare, infatti, in conflitto con la sostenibilità del sistema costituzionale nel suo complesso.
Dai colloqui del Governo con le opposizioni sono emerse tre ipotesi: presidenzialismo con elezione diretta del Presidente della Repubblica, che diventerebbe anche capo del governo; semipresidenzialismo alla francese; premierato con elezione diretta del presidente del consiglio.
Nessuna di queste tre ipotesi però, convince. Nemmeno quella del c.d. Sindaco d’Italia, che non tiene conto del fatto che nei sistemi di governo dei Comuni manca una figura come quella del Presidente della Repubblica, a cui un premierato molto forte come quello proposto da alcune forze politiche finirebbe col togliere poteri e prerogative che sono fondamentali per l’equilibrio del sistema, come il potere di scioglimento delle Camere e le prerogative previste nella formazione dei governi.
Vi sono modifiche (fra Costituzione e legge elettorale) in grado di assicurare maggiore governabilità, che risulterebbero molto alla portata e che si potrebbero introdurre velocemente. Molte sono oggetto di dibattitto da decenni e sono state già vagliate dalle commissioni bicamerali del passato.
Sfiducia costruttiva e a Camere riunite, obbligo di presentarsi alle elezioni (coalizzati o meno) designando il proprio candidato alla Presidenza del Consiglio (senza però vincolare formalmente a ciò il Presidente della Repubblica), autonomia del Primo Ministro nella revoca dei ministri, magari con deliberazione del Consiglio, salvo il passaggio parlamentare sulla fiducia a nuovi incaricati.
Sono alcune caratteristiche di un sistema che viene chiamato Premierato flessibile o leggero e che, se accompagnato ad una revisione della legge elettorale in grado di individuare una chiara maggioranza vincente e una preferenza preventivamente espressa da ciascuna lista per un certo candidato Premier, potrebbe migliorare moltissimo il nostro sistema.
Ne parleremo in un webinar che stiamo organizzando.
G7
ll G7 ha esortato in maniera molto forte la Russia a porre fine “alla sua aggressione in corso e a ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe e il suo equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina”.
L’aggressione della Russia contro l’Ucraina, si legge in una nota dei leader riuniti a Hiroshima, “costituisce una violazione del diritto internazionale, in particolare della Carta dell’Onu”.
Mentre, “una pace giusta non può essere realizzata senza il ritiro completo e incondizionato di truppe e attrezzature militari russe”. Il G7 condanna, inoltre, la Russia “per la retorica nucleare irresponsabile”.
Il G7 ha anche concordato nuove sanzioni per “fiaccare la macchina da guerra della Russia”. Al fine di ridurre le entrate della Russia, è finito nel mirino l’export di diamanti: a tale scopo, “continueremo a lavorare a stretto contatto per limitare il commercio e l’uso di diamanti estratti, lavorati o prodotti in Russia, impegnandoci con partner chiave al fine di garantire l’efficacia dell’attuazione di misure restrittive coordinate, anche attraverso tecnologie di tracciamento”.
Siccità Italia
È una beffa. Nonostante le alluvioni, l’Italia pare condannata a un futuro di siccità.
“La siccità italiana è un caso unico al mondo: siamo un Paese in cui piove moltissimo, ma che spreca la maggior parte delle sue acque”, ha spiegato in settimana Erasmo D’Angelis, autore di “Acque d’Italia”
“In Italia piove tanto, piove male, piove in zone concentrate, ma l’acqua c’è. Noi però non riusciamo a stoccarla, così la siccità italiana è un caso unico al mondo: siamo un Paese in cui piove moltissimo, ma che spreca la maggior parte delle sue acque”.
Insomma, l’enorme quantità di acqua che ha provocato morti e danni in Emilia Romagna non servirà neanche a mitigare la siccità che ha caratterizzato l’Italia in questi ultimi due anni.
Se avessimo gestito meglio le nostre acque avremmo potuto superare i periodi di siccità che pur ci aspettano.
Di fronte a tutti i segnali cosa abbiamo fatto? “Niente”, dice l’esperto, “abbiamo continuato e continuiamo a sprecare l’acqua restando il Paese più povero di infrastrutture e con un elevato spreco di risorse idriche. In altre parole, immagazziniamo meno acqua di tutti gli altri Paesi europei, soltanto intorno al 4% delle precipitazioni. Per fare un paragone, la Spagna ne accumula il 15%”.
Viva l’acqua pubblica.
Il libro della settimana
Guerre giuste e ingiuste. Un discorso morale con esemplificazioni storiche, di Michael Walzer.
Anche soltanto parlare di moralità della guerra non è impresa facile, perché la guerra rimane ‘un inferno’, come dice Walzer, e comunque un male in sé.
Pur concesso ciò, si può riconoscere che due siano i problemi tipici della moralità in guerra. Valutare se e quando ricorrervi sia giusto e la liceità morale dei mezzi adoperati per ottenere la vittoria (indipendentemente dalla giustezza o meno del ricorso alla guerra).
‘Guerre giuste e ingiuste’ può essere così letto come un repertorio di casi su cui il filosofo adopera la sua immaginazione teorica e la sua capacità etica: la conquista ateniese di Melo, la ribellione dei generali a Hitler, l’invasione della Cecoslovacchia e della Polonia, la guerra dei sei giorni di Israele contro gli Arabi, la guerra americana in Vietnam, ma anche Cuba, la guerra di Corea, la guerra di Spagna, la campagna di Mao per impadronirsi della Cina, il terrorismo dell’Ira, la guerra della Francia in Algeria, Beirut, il processo di Norimberga.
Prossimi eventi
16-17 giugno: Bologna: assemblea degli iscritti di LDE aperta a tutti, inclusi i non iscritti. Trovate qui tutti i dettagli. Iscriveteci utilizzando l’apposito form.