Il futuro del nostro paese si costruisce sull’istruzione delle nuove generazioni.
Un sistema educativo che insegni competenze trasversali, combinando la cultura umanistica a quella tecnica ed economia, è essenziale per formare i talenti della digital economy. Per fare questo servono docenti continuamente formati, valorizzati e adeguatamente retribuiti. Servono programmi scolastici aggiornati e nuovi indirizzi, promuovendo una concorrenza virtuosa tra scuole pubbliche e paritarie.
Programmi formativi e docenti sono le basi della scuola e da qui si deve ripartire.
L’insegnamento delle competenze trasversali avviene attraverso l’ammodernamento dei programmi, rimasti spesso invariati da decenni. Il nostro sistema di istruzione è ancora incentrato sulla memorizzazione e sulla ripetizione di informazioni, piuttosto che sull’insegnamento di abilità pratiche e della risoluzione dei problemi. La memoria degli studenti non può, e non deve, competere con Google o Wikipedia. Quindi più che insegnare le nozioni mnemoniche è importante insegnare a come utilizzare gli strumenti tecnologici tramite i quali si ha accesso a tutto lo scibile umano. Allo stesso modo, l’avvento dell’intelligenza artificiale avrà un fortissimo effetto disruptivo sul mondo della scuola. Gli studenti saranno (o forse già lo sono) in grado di far scrivere temi e risolvere equazioni al proprio computer. Quale sarà il ruolo della scuola in nell’era dell’Intelligenza Artificiale? Lo stesso di prima, ovvero di insegnare ai giovani come capire il mondo e utilizzare gli strumenti tecnologici a loro disposizione.
È necessario quindi un approccio più innovativo e flessibile all’insegnamento. Da un punto di vista di hard skills, i programmi devono aumentare il peso delle materie tecniche ed economiche, introducendo nuove materie come computer coding. Queste nuove materie contribuiscono allo sviluppo di competenze digitali e la comprensione delle tecnologie emergenti come appunto l’intelligenza artificiale e la blockchain. Da un punto di vista di soft skills, in un mondo sempre più interconnesso e collaborativo, anche l’approccio scolastico deve favorire competenze, ad esempio, di team working, privilegiando un metodo più interattivo rispetto al classico metodo di insegnamento frontale.
Un altro problema che affligge la scuola italiana è il mancato ricambio generazionale dei docenti.
Secondo un rapporto del MIUR, nel 2020 il 34,9% dei docenti aveva più di 55 anni, mentre solo il 6,7% aveva meno di 35 anni. Avere professori e studenti con gap generazionali di 30 anni non favorisce un avvicinamento degli studenti alla scuola. Un professore giovane può essere preso come modello più facilmente rispetto ad un professore dell’età dei genitori o dei nonni degli studenti.
Il tema principale legato all’età avanzata dei docenti è la formazione. Insegnanti over 60 hanno completato il proprio ciclo di studi negli anni ‘80, quando Ronald Reagan era presidente degli Stati Uniti e si formava il primo Governo Craxi. Nonostante è prevista formazione per i docenti di ruolo obbligatoria, permanente e strutturale, sappiamo che non è facile far cambiare metodologia a chi ha lavorato in un certo modo per svariate decadi. L’esperienza accumulata diventa sicuramente un asset nel gestire i rapporti con gli studenti e situazioni problematiche che in un corso di aggiornamento sono difficili da insegnare. Ma se si guarda ai contenuti dell’insegnamento, l’esperienza accumulata negli anni viene meno in aiuto. Docenti che devono insegnare agli alunni come prosperare nella digital economy devono in primis avere competenze digitali. In Italia solo il 42% degli adulti a competenze digitali per il CNEL, al ventiquattresimo posto in Europa. La conseguenza è che solo il 16% degli italiani sostiene di aver acquisito le proprie competenze digitali a scuola, e la maggior parte come autodidatta.
La formazione dei talenti del futuro richiede quindi un cambiamento del sistema educativo italiano. È necessario un approccio innovativo che combini competenze trasversali, come la cultura umanistica e le abilità tecniche ed economiche, con l’utilizzo delle nuove tecnologie. La formazione continua dei docenti, un rinnovamento del corpo docente e programmi scolastici aggiornati sono tutti elementi chiave per garantire che gli studenti italiani siano adeguatamente preparati per la digital economy del futuro.