Il tribunale sotto casa fa comodo a magistrati, avvocati e… delinquenti. Dal coro degli amministratori pubblici schierati in prima linea per la riapertura del tribunale di Vigevano si chiama fuori Matteo Grossi. Il sindaco di Sant’Angelo fa il solista e va contro un’iniziativa che etichetta con una parola sola: propaganda. L’assolo di Matteo Grossi punta ad aprire gli occhi a quanti sono rimasti affascinati dalla battaglia “salviamo il tribunale”. A cosa serve riaprire il tribunale di Vigevano? Cosa cambia se il tribunale è a Pavia anziché a Vigevano?
“Vale per quasi tutto: più è a portata di mano e meglio è. Ma vale anche per tutto: l’importante è che funzioni bene, non che sia solo a portata di mano. – spiega Matteo Grossi – Sulla giustizia vicina di casa, infatti, ci sono alcune considerazioni da fare. La prima: quel che serve alla sicurezza dei cittadini è la presenza delle forze dell’ordine, non la vicinanza al magistrato. Sarà il caso di ricordare che la giustizia penale interviene solo allo stadio in cui un supposto reo è stato trovato e va processato. E poi ancora un aspetto che vale per il penale e a maggior ragione per il civile: l’avere un tribunale a due passi non cambia la vita delle persone salvo che non facciano i magistrati o gli avvocati, mentre si ripete da anni, e lo ha detto molto chiaramente anche il ministro Nordio, che si deve depenalizzare e favorire tutte le vie alternative al processo. Sarebbe, insomma, assai più utile avere un organismo conciliativo facilmente accessibile, piuttosto che un tribunale dove discutere la decennale causa condominiale”.
La sintesi è impietosa: meglio un “qualcosa” sotto casa che un “qualcosa funzionante” dall’altra parte della strada. Vale per i tribunali, vale per gli ospedali e vale per i sevizi (pubblici) in genere.
“I piccoli tribunali hanno un numero ristretto di magistrati, il che moltiplica i casi di incompatibilità: chi è stato Gip non può essere Gup, chi ha fatto l’uno o l’altro non può essere giudice e via andando. Le incompatibilità creano problemi di personale e allungano i tempi. – precisa ancora Grossi – Meglio fare dieci chilometri per due o tre mesi che fare cento metri per dieci anni. Servono tribunali produttivi e con tempi ragionevoli, non che facciano compagnia per una vita”.
In buona sostanza: i problemi della Giustizia sono ben altri. Problemi che possono essere risolti lasciando da parte la propaganda e lo stile della “campagna elettorale permanente” e applicando solo un po’ di concretezza unità ad una sana serietà.
“Dobbiamo ricordarci che abbiamo più magistrati e avvocati pro capite della media d’Europa e più tribunali pro capite della media d’Europa, eppure siamo i più lenti d’Europa. Il taglio della spesa pubblica quindi aiuta la giustizia a funzionare. – conclude Matteo Grossi – Anche di questo parleremo il 15 aprile a Sant’Angelo con la Fondazione Einaudi ma il tema della giornata sarà la separazione delle carriere tema per cui vale la pena lottare, altro è solo propaganda che risulta, nelle condizioni in cui siamo, inutile”.
Vittorio Testa, L’informatore lomellino, 01.03.2023