PERCHÉ VOGLIAMO RENEW ITALIA
Partiamo dall’Europa perché è il luogo del presente e del futuro per tutti noi.
Partiamo dall’Europa che abbiamo e che i sovranisti o i finti europeisti negano e contrastano. L’Europa dei diritti e dello Stato di diritto, della transizione ecologica e digitale, della risposta al Covid e all’invasione dell’Ucraina. E partiamo per costruire l’Europa che vogliamo: une vera potenza federale, sovrana, occidentale e democratica. In Europa Renew è già, dal 2019, la protagonista della trasformazione europea e del superamento della divisione tra una destra sempre più nazionalista e una sinistra sempre più populista e si batte contro tutti gli estremismi. Noi vogliamo costruire Renew perché l’Italia ha bisogno di più Europa. E l’Europa ha bisogno di più Italia. L’Italia deve essere la protagonista del cambiamento europeo, deve stare alla testa di un gruppo di paesi impegnati per le riforme e determinati a costruire une vera Unione politica. Ecco perché noi vogliamo creare Renew Italia, a cominciare con una lista comune alle elezioni europee di tutti coloro che sostengono il progetto Renew Europe. Un progetto aperto, liberale, democratico, riformatore ed ecologista.
A cominciare dalle europee, vogliamo costruire un’alternativa radicale per tutti coloro che rifiutano il bipopulismo, opportunista, inaffidabile, senza valori e senza direzione, e quindi pericoloso per il futuro dell’Italia e dell’Europa. Tutti quelli che pensano che produrre ricchezza e tutelare il lavoro sia possibile, che vogliono una riforma che riduca le tasse e rilanci l’economia del nostro paese, che credono che un avviso di garanzia non sia una condanna che credono che la transizione ecologica sia fondamentale e per questo debba essere pragmatica e non ideologica; tutti coloro che credono nel merito e nella libera iniziativa privata; tutti coloro che considerano l’innovazione e l’intelligenza artificiale come grandi opportunità: a tutti questi liberi cittadini abbiamo il dovere di offrire una vera alternativa. Mettiamoci in cammino allora, compiamo il primo vero passo concreto: impegniamoci, mobilitiamoci e costruiamo i comitati Renew Italia!
Il nostro non è un appello velleitario e fuori tempo. Se in Italia le forze liberaldemocratiche e riformatrici dovessero scegliere di affrontare separate e con liste proprie le prossime elezioni europee, si assumerebbero due pesanti responsabilità.
La prima è quella di diminuire la forza del gruppo Renew al Parlamento Europeo, agevolando le mire di chi punta a un ribaltone che apra a partiti nazionalisti e sovranisti, ostili allo Stato di diritto, ai diritti civili da tutelare in tema di libere relazioni tra persone e riconoscimento di adozione e filiazione, al massimo sostegno da parte UE e NATO alla difesa dell’Ucraina, all’economia di libero mercato e concorrenza. La seconda è quella di indebolire in maniera irresponsabile la possibilità che alle prossime elezioni politiche in Italia la massa crescente di elettori che non si riconoscono nell’attuale bipopulismo di destra e sinistra possa finalmente sostenere una credibile e significativa offerta politica di una grande formazione liberaldemocratica, europeista e riformatrice, che unisca e rafforzi le positive convergenze avviate fino a pochi mesi fa. I comitati Renew Italia si rivolgono individualmente a tutti coloro che continuano ostinatamente a credere che vi sia una sfida straordinariamente più importante delle leadership personali: impegnarsi tutti insieme per non regalare negli anni a venire Europa e Italia a questa estrema destra e a questa sinistra populista.
Manifesto per l’Europa
1 – L’Europa è il destino dell’Italia, l’Occidente è la casa dell’Europa.
Vogliamo un’Italia più integrata in un’Europa Federale che mantenga saldo il principio di sussidiarietà e preservi le libertà individuali. L’Europa è un fattore di pace e cooperazione nel mondo, deve diventare una potenza politica e militare e rafforzare la partnership con i suoi alleati democratici, in primis gli Stati Uniti.
2 – L’Italia e l’Europa tutelano lo stato di diritto, rispettano e promuovono i diritti umani e il diritto internazionale.
La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e la Dichiarazione Universale dell’ONU fanno parte della Costituzione Materiale del nostro paese e dell’Unione. Il rispetto delle frontiere e l’opposizione all’aggressione pongono il nostro paese inequivocabilmente dalla parte dell’Ucraina invasa dalla Russia di Putin e cui deve andare il nostro aiuto morale e materiale anche attraverso la fornitura di armamenti.
3 – L’Unione Europea è una grande area di libertà: dobbiamo riformarla e rafforzarla.
L’unificazione continentale, con l’adesione dei paesi che ne hanno fatto richiesta e già sono parte della Nato come Montenegro, Albania e Macedonia del Nord deve essere portata a termine nel più breve tempo possibile, così come si deve accelerare la procedura per l’ingresso dell’Ucraina e della Moldavia.
Per questo, una riforma politica e istituzionale dell’Unione, anche attraverso la revisione dei trattati, è assolutamente urgente e deve essere la nostra massima priorità. In quest’ottica l’allargamento dovrà comportare un meccanismo decisionale che superi l’unanimita in favore di maggioranze qualificate e rafforzi il potere del Parlamento Europeo
4 – Il libero commercio è un fattore potente di pace e sviluppo.
L’Europa deve concludere il prima possibile accordi economici, di libero scambio e nuovi partenariati politici con le grandi aree economiche del mondo: gli Stati Uniti, l’America Latina, le comunità economiche africane.
5 – La concorrenza, portato naturale del libero scambio, è motore di innovazione e di diffusione della conoscenza, premia i migliori prodotti e servizi e li rende accessibili ai consumatori.
La politica di concorrenza dell’Europa deve essere rafforzata per combattere vecchi e nuovi monopoli.
6 – Le politiche di liberalizzazioni devono essere perseguite senza tentennamenti.
In Italia, è necessario dare attuazione alla Direttiva Bolkestein nella sua interezza, eliminando privilegi di categorie come balneari e ambulanti, ma senza dimenticarsi notai, farmacisti, taxisti e tutte le corporazioni che hanno “extra-profitti” (questi sì) a causa della protezione normativa. La liberalizzazione del trasporto pubblico locale e dei servizi pubblici attraverso la messa a gara degli stessi è condizione di efficienza e buon servizio ai cittadini.
7 – Vogliamo preservare e rafforzare il mercato unico europeo.
Per evitare distorsioni ad un mercato concorrenziale, lo Stato non può intervenire in modo discrezionale. Quindi il divieto europeo agli aiuti di Stato che non siano concessi a condizioni di mercato (cioè solo se un investitore privato alle stesse condizioni avrebbe investito nell’impresa) va pienamente ripristinato dopo la pausa di allentamento dovuta al COVID ed anzi rafforzato.
8 – Dobbiamo ridurre tasse e debito pubblico.
L’allentamento dei vincoli di bilancio dovuti al Covid terminerà invece il 31 dicembre 2023, dopodiché riprenderà vigore il Patto di stabilità in attesa della riforma propugnata dalla Commissione. Tuttavia, l’Italia deve mantenere i conti in ordine, abbattere il debito pubblico e il deficit, riducendo le tasse e, in misura maggiore, la spesa pubblica non perché “ce lo chiede l’Europa”, ma per porre le basi di uno sviluppo non drogato né appesantito dal macigno del debito.
Per questo, promuoviamo anche una rinnovata politica di privatizzazioni di tutte le società in mano allo Stato ma che già competono nel mercato.
9 – Con il piano di rilancio europeo (PNRR) l’Italia si è impegnata a riformare la giustizia.
Sebbene la legge Cartabia contenga dei passi in avanti, non si potrà mai giungere ad un sistema giudiziario efficiente e giusto se non introducendo il criterio del merito anche per le carriere dei magistrati e degli operatori di giustizia, affidando la gestione amministrativa a dirigenti qualificati, responsabilizzando i magistrati e giungendo ad una separazione delle carriere di PM e giudici, pur nel pieno rispetto dell’indipendenza dei due ordini dal potere politico
10 – Dobbiamo scommettere sulla transizione digitale ed ecologica.
Dobbiamo pienamente attuare le nuove regole digitali europee, favorire nuovi investimenti e promuovere il modello digitale europeo a livello globale. La tutela dell’ambiente e la lotta al cambiamento climatico sono sfide epocali che richiedono innanzi tutto delle decisioni basate sulla scienza disponibile al momento e non su impressioni metereologiche di improvvisati scienziati, seguendo il principio della neutralità tecnologica delle azioni da intraprendere. Inoltre, richiedono soluzioni di mercato attraverso sistemi di incentivi fiscali e privilegiando le fonti che inquinano di meno, ivi compreso il nucleare e -in fase di transizione- il gas rispetto al carbone o al petrolio. L’ideologia negazionista o dell’estremismo verde non migliorerà le temperature ma avvelenerà il clima.
LDE È LIBERALE PERCHÉ
- LIBERALE è darsi una regola piuttosto che doverla ricevere.
- LIBERALE è la società aperta, italiana ed europea, che riconosce a ciascuno il diritto e la possibilità di diventare ciò che vuol essere.
- LIBERALE è rinunciare all’illusione della società perfetta, ma cercare ogni giorno di correggerne qualche imperfezione.
- LIBERALE è l’iniziativa individuale combinata con la rigorosa tutela dei diritti civili.
- LIBERALE è il rifiuto di staccare nel tempo libertà e socialità; per i liberali, libertà e socialità si guadagnano e si perdono insieme, meriti e bisogni vanno promossi e soddisfatti insieme.
- LIBERALE è la sintesi difficile non impossibile, fra l’efficienza del mercato, le riforme per una concreta solidarietà, le regole della democrazia.
- LIBERALE è chi chiede al grande fratello pubblico il conto delle spese.
- LIBERALE è chi avendo letto decenni fa il romanzo di Orwell scopre che, nonostante il fatidico 1984 sia passato da tanto tempo, il grande fratello incombe multiforme e va combattuto ogni giorno in nome della libertà e della dignità dell’individuo.
- LIBERALE è la voglia di cambiare ogni tanto lavoro e pensieri, di imparare qualcosa anche quando è finita la scuola.
- LIBERALE è per noi, italiani, credere nella vivacità e opporci alle politiche che la mortificano, respingere le lamentazioni catastrofiche, avere fiducia in questo Paese dissestato e grande; cercare nelle ragioni della libertà le nostre ragioni di essere speranza.
IL NOSTRO IMPEGNO PER UNA ITALIA PIÙ LIBERA ED EUROPEA
UN IMPEGNO PER UN’ITALIA LIBERA e EUROPEA – PERCHE’ SIAMO CONVINTAMENTE EUROPEISTI.
Siamo convintamente EUROPEISTI. L’EUROPA è nata per promuovere lo SVILUPPO ECONOMICO, il BENESSERE e la STABILITA’ degli Stati Membri attraverso la tutela delle libertà individuali, della concorrenza nei mercati e della cooperazione tra Stati. Questo significa fare parte dell’Europa. E, per questo, noi vogliamo un’ITALIA dal federalismo che faccia corrispondere la mano che spende con quella che riscuote, che stia in Europa e che torni ad esserne PROTAGONISTA, contribuendo a realizzare una Unione Europea più UNITA, più APERTA, più SOVRANA e più DEMOCRATICA saldamente ancorata all’ALLEANZA ATLANTICA garanzia di sicurezza nella libertà, dell’indipendenza energetica e tecnologica.
Per tornare a essere PROTAGONISTI in EUROPA, per una ITALIA EUROPEA ed EUROPEISTA dobbiamo realizzare, con pragmatismo e rifuggendo da ideologismi e demagogia, le riforme che da anni sono rimaste in sospeso nel nostro Paese.
UNA SPESA PUBBLICA PIU’ EFFICACE. Superare l’uso improduttivo e clientelare della spesa pubblica che aumenta la pressione fiscale e rende il debito pubblico insostenibile e ostacolo alla prosperità delle generazioni future. Partendo da un piano credibile di riduzione e riqualificazione della spesa pubblica è necessario destinare le risorse pubbliche a investimenti a sostegno della competitività del Paese anche attraverso forme di partenariato tra pubblico e privato. Occorre realizzare un’anagrafe digitale nazionale della spesa sociale che permetta di destinare le risorse pubbliche ai più bisognosi evitando sussidi indiscriminati e regressivi.
UN SISTEMA FISCALE GIUSTO. Un sistema fiscale trasparente, giusto e semplice. Che promuova l’eguaglianza delle condizioni di partenza senza essere vessatorio e consenta di crescere liberamente diseguali! Che favorisca e non ostacoli l’attività di impresa. Che scoraggi e non promuova l’evasione. Che restituisca ai cittadini servizi efficienti e di qualità. Che incoraggi risparmi e investimenti. Basta a interventi a margine sull’IRPEF e forfait elettorali che creano diseguaglianza. Occorre una riforma organica del prelievo sui redditi delle persone fisiche e giuridiche, basata sullo sfoltimento delle imposte indirette e sull’equità di quelle patrimoniali, sul taglio della spesa fiscale e sulla copertura dei minori prelievi con paritaria copertura di spesa.
PIU’ MERCATO. Promuovere la concorrenza per e nel mercato superando i monopoli ingiustificati, la partecipazione dello Stato al capitale di impresa quando non è necessario, la tutela di interessi particolari e i sussidi immotivati e indiscriminati. Più mercato significa spazio per imprese meritevoli perché più produttive e innovative. Più mercato significa più libertà scelta, servizi di maggiore qualità e prezzi più convenienti per i cittadini. Più mercato significa realizzare una allocazione efficiente delle risorse pubbliche evitando la sopravvivenza di imprese-zombie a spese dei contribuenti.
UNA GIUSTIZIA PER UNO STATO DI DIRITTO. Processi civili e penali dalla durata certa sono essenziali per la competitività del sistema produttivo e per garantire il diritto dei cittadini a processi giusti. Nel processo penale, il superamento dell’obbligatorietà dell’azione penale e una netta e definitiva separazione delle carriere tra magistratura giudicante e inquirente sono necessarie per realizzare un vero rito accusatorio di matrice liberale. Aspetto imprescindibile se si vuole evitare la violazione dei diritti fondamentali dei cittadini/imputati. La valorizzazione del merito è necessaria anche nella progressione di carriera dei magistrati. Una riforma costituzionale che porti alla creazione di un doppio CSM appare dunque indifferibile.
FORMARE I TALENTI DEL FUTURO. L’economia globale e la rapidità dei cambiamenti in atto richiedono competenze sempre più trasversali, che combinano cultura umanistica, economica e tecnica. La scuola deve promuovere la formazione continua dei docenti, valutarne le performance, e valorizzarne il merito insieme a una riforma dei programmi scolastici che permetta di formare talenti per le professioni del futuro. Una concorrenza virtuosa tra scuole pubbliche e paritarie e il superamento del valore legale del titolo di studio sono certamente di aiuto per raggiungere l’eccellenza del sistema scolastico.
FARE EMERGERE I TALENTI DEL FUTURO. L’Italia è tra i Paesi EU che ha tra i più bassi tassi di mobilità sociale. Serve destinare dotazioni straordinarie a scuole pubbliche a e Università per premiare i migliori risultati, prevenire l’abbandono scolastico e ridurre l’eterogeneità nella qualità dell’offerta didattica. Borse di studio più selettive e capienti e l’accesso al credito privato come pilastri della partecipazione universitaria. Valorizzare le imprese che offrono ai lavoratori formazione long life learning, incoraggiare la creazione di Agenzie per il Lavoro private (e non i Centri per l’Impiego) per favorire l’occupazione e la mobilità nel mercato del lavoro sono riforme cruciali per garantire sviluppo sociale e una classe dirigente ispirata a merito e competenza.
UNA SANITA’ CHE FUNZIONA. La definizione completa dei Livelli Essenziali delle Prestazioni richiede risorse adeguate per aggredire le gravi disparità dei servizi sanitari che caratterizzano il Paese. Nella creazione di 1300 Case di Comunità per la medicina territoriale è forte il rischio di destinare le risorse alle spese di gestione e personale più che alle prestazioni, alle nuove tecnologie necessarie per la diagnosi precoce, per la gestione di un numero crescente di cronici, per la telemedicina e per l’assistenza domiciliare. Va completata la riforma degli IRCCS pubblici e privati, eccellenze nel campo della cura e della ricerca nelle Scienze della Vita. Va separata la funzione dello Stato regolatore da quella di erogatore dei servizi. Vanno rafforzati gli enti indipendenti che valutano efficienza e innovazione dei provider per garantire parità pubblico-privato, basata su criteri di qualità, nell’ottenimento dei finanziamenti. A tal fine è altrettanto essenziale la rimozione dei limiti all’utilizzo di provider privati, per ridurre le disparità territoriali e le lunghe liste di attesa, e del payback che impone ai privati il ripiano delle spese ospedaliere.
L’ITALIA DI TUTTI. L’Europa, e l’Italia in particolare, stanno affrontando negli ultimi anni una crisi migratoria senza precedenti a causa dell’instabilità politica e dei conflitti in numerose regioni del Mediterraneo. Limitarsi ai salvataggi in mare o, peggio, al respingimento delle imbarcazioni di migranti non è fare politiche di immigrazione serie, come destra e sinistra ci propinano da decenni. Ogni Paese europeo deve fare la sua parte nell’accoglienza dei migranti. È necessario perseguire la politica dei corridoi umanitari e l’intervento presso i paesi di provenienza dei flussi migratori. E al contempo, favorire l’integrazione degli immigrati attraverso la formazione linguistica e di competenze, garantendo per tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri dei cittadini italiani, valorizzando i talenti e le competenze di tutti nella scuola e nel mercato del lavoro.
LE DIVERSITA’ COME RICCHEZZA. L’approccio inclusivo alle diversità è uno dei principi cardine dello sviluppo delle politiche europee e numerose sono le iniziative dell’Unione Europea per prevenire le discriminazioni fondate sulle caratteristiche etniche, religiose, di genere, di orientamento e identità sessuale nel mercato del lavoro come nel contesto famigliare. A queste iniziative, e ai principi di inclusione, devono ispirarsi anche le politiche italiane per una società dove la diversità è un valore da difendere e coltivare, garantendo eguaglianza di opportunità e di diritti e non solo di doveri. Dove lo Stato non si trasforma in uno Stato etico e dove tutela la libertà dei singoli di scegliere come condurre la propria vita dal suo inizio alla sua fine.
UNA EUROPA PIU’ FORTE. Per una democrazia europea più forte, vogliamo promuovere una nuova politica transnazionale, eleggendo un/a vero/a presidente dell’Unione europea, votando direttamente i partiti politici europei attraverso liste comuni in una circoscrizione unica europea e promuovendo nuove forme di partecipazione democratica diretta sull’esempio della Convenzione sul futuro dell’Europa.
ENERGIA SOSTENIBILE E SICURA. Non può esservi energia sostenibile se non vi è sicurezza energetica. Servono quindi politiche energetiche e ambientali realistiche che non sacrifichino la sicurezza energetica e che promuovano una transizione energetica basata sul contributo di tutte le tecnologie utili e su costi sostenibili da tutti, famiglie e imprese, superando opposizioni di natura ideologica non suffragate da evidenza scientifica. A tal fine, è necessario incrementare la produzione domestica di idrocarburi, accelerare e aggiornare il processo autorizzativo delle infrastrutture e degli impianti energetici e garantire mercati dell’energia concorrenziali.
INNOVAZIONE DIGITALE PER UN PAESE MODERNO. Industria 5.0 e digitalizzazione della PA devono essere supportati con misure strutturali che devono diventare permanenti nel nostro ordinamento. Non possono essere affrontate con incentivi a tempo. Fintech, big data, nanotecnologie e Intelligenza Artificiale sono ascisse e ordinate su cui puntare per accrescere specializzazioni e valore aggiunto del manifatturiero che a ogni crisi regge l’Italia sui mercati internazionali, e per banche date pubbliche interopearabili e accessibili a ogni cittadino e impresa accrescendo rapidità ed efficacia dell’accesso di ciascuno e innalzando produttività ed efficacia dell’immensa spesa pubblica destinata alla mera gestione degli apparati pubblici.