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Gozi (Terzo Polo): Renew Europe si prepara a crescere, a partire dall’Italia

In vista delle elezioni europee del 2024, Renew Europe si prepara a crescere, a partire dall’Italia. Lo garantisce l’eurodeputato Sandro Gozi (PDE/Renew Europe), che è in prima linea nel costruire il Terzo Polo, il nuovo progetto politico di Matteo Renzi (Italia Viva) e Carlo Calenda (Azione), entrambi parte di Renew.

Il Terzo Polo è un progetto che si propone di stare al centro dello scacchiere politico, nasce per non disperdere il voto dei cittadini che non si rivedono né a destra né a sinistra, e guarda proprio alle elezioni europee del 2024 come banco di prova.

Al momento non è ancora una realtà, e dovrebbe cambiare nome una volta ufficializzato, ma la coalizione tra Italia Viva e Azione è già sul campo, tanto da presentarsi unita alle ultime elezioni regionali in Lazio e Lombardia, ottenendo però uno scarso risultato.

Nel sondaggio di YouTrend per SkyTG24 di lunedì 20 marzo, la coalizione Azione-Italia Viva si attesta al 7,7%. Tuttavia, dopo l’elezione di Elly Schlein a segretario del Partito Democratico (PD), molti, a partire da Renzi e Calenda, scommettono che diversi elettori del PD guarderanno al Terzo Polo.

“Se la sinistra si radicalizza, alle Europee del 2024 abbiamo l’occasione per fare una svolta strepitosa”, aveva commentato l’ex premier Renzi dopo l’elezione di Schlein, considerata una leader progressista di sinistra-sinistra.

Martedì (21 marzo) si è tenuta a Roma una riunione chiave che ha ufficializzato l’avvio della roadmap che porterà prima ai congressi locali dei singoli partiti e poi al congresso nazionale fondativo e costitutivo a ottobre.

Diversi ipotizzano che il nome del nuovo partito possa essere ‘Italia in Azione’, mentre per quanto riguarda la leadership, l’ipotesi più quotata sembra essere quella di Carlo Calenda. Renzi farà un passo indietro ma avrà comunque un ruolo di primo piano nell’organico del partito.

“Il Terzo Polo si farà, anzi è già fatto. Ne faranno parte Azione, Italia Viva e i liberali di LDE. Nelle prossime ore l’annuncio ufficiale”, ha dichiarato Calenda.

A Bruxelles, Azione e Italia Viva fanno parte del macrogruppo Renew Europe, che è formata dai Democratici del Partito Democratico Europeo (PDE), dai liberali di ALDE e da alcuni eurodeputati che hanno aderito lasciando altri gruppi o non erano iscritti a nessuno.

Punta di diamante del gruppo Renew è sicuramente il presidente francese Emmanuel Macron, la cui leadership è fortemente minacciata dalle violente proteste in corso a Parigi contro la riforma delle pensioni, da lui fortemente voluta.

Macron ha rischiato di perdere la guida del Paese quando le opposizioni all’Assemblea Nazionale francese hanno presentato una mozione di sfiducia, prevista dall’articolo 49.3 della Costituzione francese, per rovesciare il governo. Il parlamento francese è ad oggi nettamente diviso ma nonostante questo, per soli 9 voti, la mozione non è passata e Macron è rimasto in piedi.

Per Gozi, che è segretario generale del PDE ed è stato eletto eurodeputato con La Rèpublique En Marche di Macron (poi diventato Renaissance), la leadership del presidente francese non è in dubbio in Francia così come in Renew.

“Sta dimostrando tenacia, determinatezza e coerenza. Lo statista, come è noto, non guarda alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni. E questo è particolarmente vero quando si tratta di pensioni e lavoro, e quindi degli interessi e delle prospettive innanzitutto dei giovani”, ha dichiarato a EURACTIV Italia.

Le proteste in Francia e la maggioranza risicata in Parlamento, secondo Gozi, sono “prove di coraggio e di leadership” e il fatto che la riforma passerà, così come previsto dal governo, “verrà ben notato in Europa”, senza scalfire, dunque, la sua autorità ai tavoli europei.

In Francia “dovranno seguire altre iniziative per il lavoro, contro i lavori usuranti, per rafforzare la formazione professionale e condividere tra lavoratori e imprenditori il valore e i benefici del lavoro e della crescita”, suggerisce Gozi.

E per trovare una maggioranza più ampia, potrebbe essere utile guardare all’Italia, maestra nell’arte del compromesso.

“Senza dubbio un po’ più di cultura parlamentare ‘italiana’ avrebbe aiutato. Senza dimenticare, però, che il testo della riforma di cui si parla non è più quello del governo ma quello uscito da una commissione bicamerale di deputati e senatori, questi ultimi dell’opposizione”, sottolinea.

Ad ogni modo, a Roma come a Parigi, “c’è una storica diffidenza per i leader forti”, commenta Gozi. “Non si è più abituati a leader che mantengono gli impegni e fanno quello che hanno promesso in campagna elettorale”.

Renzi, spesso paragonato a Macron per tempra, età e stile, ha difeso a spada tratta il leader francese.

“Sta facendo una riforma giusta e sacrosanta sulle pensioni. Io preferisco un leader che viene contestato ma fa qualcosa di utile per le casse dello Stato a un leader che cerca il consenso indebitando i propri concittadini. Dunque, viva Macron”, ha scritto nella sua newsletter.

euractiv.it

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