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Il contributo di 40 iscritti della Toscana

IL CONTRIBUTO DI 40 ISCRITTI DALLA TOSCANA

Il testo è stato sottoposto ai soli iscritti toscani per un problema di disponibilità di contatti ma è ovviamente aperto alla condivisione di tutti. Chiunque voglia aggiungere la sua firma può farlo inviando una mail agli indirizzi [email protected][email protected]

LA PREMESSA

LDE era nata – grazie alla felice intuizione dei suoi fondatori Benedetto, De Nicola, Giannino e Gozi, capaci di mettere assieme tanti piccoli pianeti della galassia liberale – per unire soggetti già esistenti e farli confluire in un nuovo partito liberaldemocratico e riformatore. Non è andata così, anzi, è accaduto il contrario con l’implosione di tutta un’area politica e l’archiviazione della breve esperienza del cosiddetto Terzo polo.

E’ andata male, certo non per responsabilità di LDE, la quale però ha dimostrato di non avere un “piano B”. Da allora sono seguiti mesi e mesi di conseguente, comprensibile difficoltà a tracciare una linea politica, ma anche un sostanziale immobilismo.

CHIUDERE I BATTENTI O RILANCIARSI

Il tema adesso è: cosa vogliamo fare? L’incontro del 2 dicembre a Milano, pur benvenuto nell’ottica di un chiarimento fra tutti gli iscritti, rischia di caratterizzarsi come un esercizio puramente retorico, con una discussione tutta attorno alle elezioni europee del 2024 e sul partito che non c’è e dovrebbe esserci.

Inutile girarci intorno, la domanda è scabrosa ma opportuna: venuta meno la ragione per la quale LDE è nata, è forse il caso di rinunciare e chiudere qui questa esperienza? LDE può prendere atto di ciò e decidere di sciogliersi o rimanere associazione politica ma senza alcuna velleità di incidere nella competizione elettorale e nella vita dei partiti.

In caso contrario serve una svolta, un vero cambio di passo.

MANIFESTO E COMITATI E POI?

Libdem ha recentemente elaborato un manifesto che è un po’ carta d’identità e un po’ programma, ma a cosa serve se nessuno lo conosce perché nessuno lo presenta, lo promuove, lo sottopone ad altri (soggetti politici, associazioni, liste civiche, singoli cittadini, opinion leader)?

Abbiamo messo in campo la proposta di creare Comitati Renew Italy per Renew Europa: benissimo ma chi li costituisce, con quali modalità, mezzi, obiettivi e insieme a chi?

Le cose non si realizzano semplicemente annunciandole. Vanno organizzate, coordinate, sostenute.

La realtà delle cose poi ci dice che i gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva si sono ufficialmente e definitivamente separati, alla Camera così come al Senato. Vogliamo far finta di niente e giocare fino in fondo, coerentemente e testardamente, la carta della lista unitaria o percorrere altre strade? In entrambi i casi si impone un’azione politica conseguente.

  • Nel primo mettiamo tutti con le spalle al muro, creiamo e promuoviamo i comitati di Renew Italia ma per davvero, dovunque possibile, con lo stesso format che deve costruire il direttivo nazionale.
  • Nel secondo caso usciamo allo scoperto e indichiamo la strada che vogliamo percorrere, come e con chi, senza ulteriori attese e tatticismi.

UN SOGGETTO LIBERALE CORAGGIOSO

Quello che secondo noi, più in generale, dovremmo fare come Libdem è agire d’anticipo e creare le condizioni perché, prima o poi, nasca un autentico soggetto liberale che proponga iniziative immoderate: dobbiamo avere il coraggio di dire cose controcorrente in tutti i settori – scuola, università, economia, sanità, giustizia -, approfittando di una politica priva di idee originali e innovative.

Cosa abbiamo da perdere? Cosa stiamo ancora aspettando?

LA COMUNICAZIONE

Il nostro problema non sono le scelte da effettuare. Abbiamo buone idee, e fra di noi, al di là delle sfumature, sostanzialmente condivise: dobbiamo farle conoscere. Cosa certo non facile. La comunicazione non si inventa in un giorno, non può limitarsi alle card tematiche e ai webinar – come è accaduto fino ad oggi -, e presuppone impegno e costi. Ma siccome è complessa e costosa, allora neppure si prova a farla?

LE RISORSE: AUTOFINANZIAMENTO

Al contrario dovremmo cogliere ogni occasione per informare, per far sapere chi siamo e cosa proponiamo, per adesso con le pochissime risorse disponibili. Sapendo che per fare politica, dunque non solo per comunicare, servono soldi. Siamo leggeri, per iniziare potrebbe bastarci poco. Proponiamo di iniziare dall’AUTOFINANZIAMENTO, immaginando sin da subito forme innovative di raccolta fondi (fund raising).

Realisticamente dobbiamo porci l’obiettivo che, da una media complessiva, ogni “militante” porti con sé 1000 euro: è una media ambiziosa ma realistica, fra chi per proprie possibilità economiche e/o capacità di “raccolta personale” può contribuire di più e chi meno. L’obiettivo? 500mila euro per il primo anno.

IN CONCRETO PROPONIAMO

A nostro avviso Libdem dovrebbe:

  • creare una sorta di format per dar vita a Comitati locali Renew Italy per Renew Europe, da costituire, ovunque possibile, insieme ad altri soggetti politici, associazioni, liste civiche, circoli politico culturali, singole personalità ecc ecc.
  • creare una micro struttura di comunicazione al centro e in “periferia”, con le (poche) forze a disposizione, per promuovere sui media locali le attività di questi comitati.
  • creare strumenti social (pagine facebook ma non solo), quantomeno di livello regionale, per mettere in rete questa così come tutte le altre nostre iniziative (se è un problema, come pare, dover necessariamente fare riferimento alla sigla Libdem, si può pensare di utilizzarne un’altra Comitati Renew Italy o simili). Il rigido centralismo su tutto non paga: il risultato è che nessuno di noi a livello locale si muove e nessuno sa che esistiamo.
  • lavorare alla raccolta fondi in tempi stretti e con obiettivi ambiziosi: 500mila euro nell’arco di un anno.
  • riprendere e rilanciare le “Idee Draghi per l’Europa”, come esempio di proposte forti delle quali dobbiamo farci interpreti.
  1. Dare all’Unione Europea una propria politica estera e di difesa oltre a tutte le politiche economiche. E’ ancora più urgente la costruzione degli Stati Uniti d’Europa come soggetto che parli una sola lingua in politica internazionale.
  2. Aumentare la produttività in Europa – Con investimenti nella tecnologia, razionalizzando la spesa per la difesa, cercando forniture comuni di energia per abbattere i prezzi e per far ritrovare all’Europa la competitività perduta.
  3. Democrazie vs Autocrazie – Combattere l’ascesa di autocrazie e democrazie illiberali, per impedire la negazione dei principi base delle democrazie liberali.

DOCUMENTO SOTTOSCRITTO DA (in ordine alfabetico)

Matteo Acquerelli (Prato), Alberto Ansiati (Prato), Fiorenzo Badalamenti (Firenze), Pierluigi Barrotta (Pisa), Edoardo Bassini (Livorno), Giancarlo Benelli (Pisa), Enrico Bernardini (Livorno), Silvia Bertolucci (Viareggio – Lucca), Fabio Boccini (Firenze), Filippo Buccarelli (Pistoia), Claudia Cardone (Siena), Silvia Castellani (Firenze), Francesco Colucci (Lucca), Andrea Consorti (Lucca), Marco Cristolini (Pistoia), Alessandro De Carolis Ginanneschi (Grosseto), Giancarlo Giovannetti (Firenze), Donatella Di Dio (Livorno), Daniela Fedi (Pistoia), Carlo Ferrari (Firenze), Saverio Galli Torrini (Firenze), Massimo Gaggini (Livorno), Carlo Gattai (Firenze), Mauro Grassi (Firenze), Sergio Giusti (Pistoia), Giovanni Luchetti (Prato), Maurizio Luddi (Arezzo), Giancarlo Magni (Pistoia), Deanna Mascherini (Prato), Lapo Paladini (Pisa), Attilio Palmerini (Livorno), Giacomo Pardini (Lucca), Giulia Simi (Siena), Jonathan Targetti (Prato), Claudio Strat (Arezzo), Stefano Tredici (Pistoia), Paolo Vannini (Pistoia), Giampiero Varraud (Lucca), Giacomo Virgili (Arezzo), Roberto Zei (Pistoia).

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