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Il contributo di Bepi Pezzulli

ITALIA ATLANTICA

Un progetto liberal-democratico per la ricostruzione dell’Italia

Il modo peggiore per costruire un progetto liberaldemocratico è quello di barcamenarsi in laceranti tattiche di schieramento per decidere se allearsi con la destra, il centro o la sinistra, se stare con Renzie o con Callende, oppure ricercare un modello organizzativo che non poggi su un solido progetto politico e culturale.

L’esperienza di questi anni mostra che le forze di estrazione marxista, cattolica, populista e Peronista, ma anche i cespugli sedicenti centristi, sono incapaci di porre il sistema in una prospettiva di rinnovamento basata sull’interesse generale e di sviluppare PIL e occupazione, entrambi da troppo tempo a livelli bassissimi, e ulteriormente aggravati dalla pandemia. E’ necessario, poi, non alimentare fenomeni che possano minacciare non solo la pace sociale ma anche le basi stesse della democrazia.

Appare chiaro che destra, sinistra e centro inseguono solo la quotidianità, dimostrandosi fallimentari nel gestire la progettualità che la globalizzazione ha posto in modo irreversibile alle classi dirigenti di tutti i paesi democratici ed industrializzati del mondo.

Quindi è necessario costruire un progetto culturale e politico originale.

CHI SIAMO E DA DOVE VENIAMO

Siamo repubblicani di matrice federalista e non internazionalista.

Vogliamo lavorare alla costruzione di un partito di democrazia istituzionale che rifiuti le aggettivazioni (proletaria, popolare, cristiana, sociale). La democrazia repubblicana è rispetto delle libertà individuali e collettive. E’ democrazia rappresentativa o delegata – non democrazia assembleare, cioè tirannica – che si esprime nel sistema parlamentare corretto dagli istituti di democrazia diretta, i referendum consultivi.

Altro carattere della nostra estrazione politica è il laicismo, che non significa mero anticlericalismo; l’idea laica è l’opposto dell’idea confessionale ed è esattamente riassunta nell’art. 7 della Repubblica romana del 1849 (“dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici”) e nel primo emendamento della Costituzione Usa (“il congresso non potrà fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione o per proibirne il culto”).

Il repubblicanesimo ha avuto funzioni spesso diverse nella storia italiana. Un’azione cospirativa insurrezionale contro i regimi totalitari. Un’intransigenza pregiudiziale contro la monarchia Sabauda. Guidò l’opposizione al fascismo. La difesa di Treviso 1921, la concentrazione antifascista 1926, la partecipazione alla guerra di Spagna nel 1936, con la morte di Mario Angeloni e l’eroismo di Randolfo Pacciardi.

PER ESSERE AUTONOMI OCCORRE PARTIRE DAI CONTENUTI, MAI DALLO SCHIERAMENTO PER POI ADEGUARE A QUELLO I CONTENUTI

Noi combattiamo chi identifica la sinistra con la dittatura del proletariato o con la statalizzazione dei mezzi di produzione. Noi combattiamo chi ha una concezione associativa collettivista. Vogliamo ricostruire il partito della Repubblica e della democrazia, non un partito di centro-sinistra. Siamo contro le visioni assistenziali e caritatevoli di una certa sinistra cattolica, e contro quelle massimaliste della sinistra marxista e socialista. Nella nostra concezione non esiste una destra e una sinistra, esiste l’idea di una società democratica che vive in un patto sociale e tutela tutti i cittadini rispettosi della Repubblica. Il cittadino, sia lavoratore, artigiano, commerciante o imprenditore, esercita una funzione di responsabilità verso l’interesse generale. Il nostro non è un concetto di destra e sinistra; è la sintesi di come coesistono interessi diversi in una società libera e democratica.

La liberaldemocrazia è una forza riformatrice che cambia la società, ma non con una teoria conflittuale fra le classi che è quella che storicamente divide in destra e sinistra la lotta politica. Ci sono valori della società democratica come le pari opportunità e la libertà d’iniziativa economica, che non sono l’uguaglianza di tutti e l’odio di classe, ma sono quel valore complessivo che ognuno nella sua peculiarità porta alla crescita complessiva. Il sapere e la conoscenza dell’Umanità siano la molla del progresso.

Salvaguardare questo significa rifiutare uno schema di schieramento. Siamo contro tutti i totalitarismi, comunismo e fascismo, ma anche contro chi con la carità e l’assistenza rende schiava la persona e il cittadino. Noi siamo democratici che credono nella Repubblica come patto sociale che rappresenta tutti, che unisce. Nel partito liberaldemocratico militano gli operai, gli artigiani, i braccianti agricoli, i pescatori, gli impiegati, i quadri intermedi, i professionisti, gli imprenditori piccoli e grandi, gli speculatori e gli ereditieri. È l’idea di un modello di società democratica non conflittuale ed antagonista, ma in cui coesistono individui liberi.

Dal 1994, in Italia ha prevalso una forma di lotta politica giustizialista, bipolare, con schema destra/sinistra che è la causa principale della crisi della democrazia e dei ritardi economici e sociali del paese. La politica nella concezione liberaldemocratica è sempre stata il governo dell’interesse generale quale strumento di governo e di trasformazione degli squilibri sociali e territoriali. Prodotti questi da un meccanismo di sviluppo spontaneo frutto del blocco sociale clerico-conservatore che sostenne il fascismo e che scelse la Dc e del rivendicazionismo massimalista della sinistra e del sindacato che votava Pci. Questo scontro di corporativismi in servizio permanente, si saldava in Parlamento quando le cosiddette leggine assistenziali trovavano il 90% dei voti sia della Dc che del Pci. Questo blocco assistenziale, con lo schema maggioritario, diventa strutturalmente il “partito maggioritario di governo” sia che governi la destra, sia che governi la sinistra. Perché la politica diventa lotta per la conquista del potere di determinare la spesa pubblica e non più governo dell’interesse generale, come a fondamento della proposta politica liberaldemocratica.

La politica di concertazione attuale, sia nella visione della destra, che nella visione della sinistra, ribalta questa concezione. La concertazione diventa la contrattazione di corporazioni, sindacali, produttive, categoriali, con il governo. Il risultato è, strutturalmente, la sommatoria degli interessi corporativi. Cioè, non più la politica economica come strumento riformatore e di riequilibrio, ma come strumento di conservazione degli interessi più forti che direttamente sostengono i governi, in cambio di un interesse particolare di gruppo o localistico.

Noi siamo riformatori, non facciamo intermediazione dei poteri lobbistici e corporativi, che hanno spogliato il paese, indebitandolo con politiche assistenziali e di spesa corrente e rendendolo obsoleto nel suo sistema istituzionale organizzativo e infrastrutturale. La nostra proposta spesso è alternativa a destra e sinistra, noi siamo per lo stato democratico e per lo stato di diritto. Non avremmo mai aderito a partiti giustizialisti o accettato un grillino ministro della giustizia, che libera i mafiosi, vuole la prescrizione a vita, o con un governo che tratta coi terroristi criminali di Al Shabaab e se ne vanta, facendone uno spot mediatico per i terroristi islamisti.

L’EUROPA

Se bisogna stare in Europa, allora noi siamo per l’Europa politica, che elegge un Parlamento, che a sua volta elegge un governo. Noi non abbiamo mai, anche a livello europeo, confuso il ruolo del partito liberaldemocratico con quello del Pse o del Ppe. La politica estera liberaldemocratica si svolge in nome di quell’alleanza internazionale dei paesi democratici che volle Mazzini, in nome di quella politica Atlantica ben rappresentata da Spadolini che ha unito USA ed Europa e ha garantito pace e sviluppo, contro la politica dei cinesi e dei russi che vorrebbero invadere l’Europa e il mondo, inglobandoli in una logica autoritaria.

Noi siamo Eurocritici del Leviatano di Bruxelles. Semmai vogliamo trasformare l’Europa, in una democrazia delegata dal popolo a rappresentanti eletti in Parlamento e soggetti al controllo dell’elettorato che può cambiarli con l’esercizio del voto e della sovranità popolare.

Una garanzia Eurofederalista, una garanzia Atlantista.

LE NOSTRE PROPOSTE

Il concetto di patriottismo costituzionale repubblicano, inteso come un’idea comune di valori di libertà, di senso civico, di cittadinanza, di pari opportunità, di rispetto delle leggi della Repubblica, della difesa dell’interesse nazionale deve essere la cornice di un progetto politico moderno liberaldemocratico.

1 POLITICA ESTERA

  • Certezza sulla collocazione internazionale dell’Italia, ribadire l’alleanza strategica con gli Usa
  • Centralità della Nato, Italia potenza regionale del Mediterraneo, sicurezza dell’avamposto democratico del Medio Oriente: Israele
  • Incremento graduale (dall’1,3% al 2%) degli investimenti annuali per la difesa
  • Negoziare con l’Ue lo scomputo dal Patto di Stabilità degli investimenti strategici per la sicurezza: ricerca e tecnologie dual-use

2 EUROPA

  • Promuovere la riforma dei Trattati e delle Istituzioni Europee per realizzare un’Europa federale e solidale nello spirito del Trattato di Lisbona
  • Promuovere il lancio degli Eurobond garantiti da tutti i paesi dell’Eurozona
  • Creare una cabina di regia nazionale per l’impiego dei Fondi Ue e invertire la tendenza che l’Italia ha avuto nell’ultimo ciclo di bilancio a spendere solo una parte dei fondi spettanti

3 ISTITUZIONI

  • Assicurare il primato della democrazia rappresentativa
  • Superare il concetto di autonomia regionale differenziata, ridurre le disuguaglianze economiche regionali e rinsaldare la coesione nazionale
  • Semplificare i livelli di governo: ridurre il numero delle Regioni e abolire definitivamente le Province
  • Accorpare le funzioni dei Comuni con meno di 50000 abitanti
  • Istituire le Città Metropolitane anche nei territori economicamente e socialmente omogenei
  • Riformare la Pubblica Amministrazione sburocratizzando il procedimento amministrativo

4 INVESTIMENTI PRIVATI E INTERNAZIONALI

  • Incoraggiare l’investimento dei soggetti privati con concessione di bonus fiscali e credito di imposta
  • Promuovere ed agevolare gli investimenti nei centri storici delle città per la valorizzazione del patrimonio architettonico riducendo anche l’imposta di registro sui trasferimenti degli immobili
  • Favorire l’impegno in agricoltura dei giovani
  • Agevolare lo sviluppo delle start-up e delle imprese innovative attraverso programmi di finanziamento e sostegno alle attività di internazionalizzazione con coinvolgimento fattivo di Sace e Simest
  • Restaurare l’immagine dell’Italia quale destinazione attrattiva per gli investimenti internazionali, rilanciare l’Ice e rafforzare il ruolo commerciale della rete diplomatica

5 GIUSTIZIA

  • Riformare la giustizia civile: snellimento dei processi per responsabilità contrattuale e da atto illecito, con sentenze definite in primo grado e affiancamento ai giudici di ausiliari esperti
  • Riformare la giustizia penale: separazione di magistratura giudicante e magistratura inquirente, maggiore ricorso a riti alternativi al processo penale quale, ad esempio, il patteggiamento della pena, razionalizzazione della giurisdizione delle procure distrettuali, depenalizzazione dei reati minori e maggiore ricorso alla detenzione domiciliare con sorveglianza elettronica per i delitti di minore allarme sociale
  • Abolire il Codice degli Appalti
  • Semplificare i livelli di governo per renderli più efficienti e impermeabili alla criminalità organizzata
  • Inasprire la lotta alle mafie con un coordinamento sempre più saldo tra polizia giudiziaria e magistratura inquirente

6 MEZZOGIORNO

  • Promuovere l’aumento dei livelli di occupazione e di reddito pro capite del Meridione mediante programmazione di investimenti pubblici comunitari e privati
  • Stanziamento di fondi per potenziamento delle Università del Meridione e incremento del numero annuale di laureati
  • Istituzione di Zone Economiche Speciali che favorisca insediamento di nuove filiere industriali con il dovuto potenziamento delle infrastrutture indispensabili
  • Realizzazione delle infrastrutture per le reti telematiche

7 SCUOLA E CULTURA

  • Razionalizzare gli investimenti in ambito culturale in parallelo alla semplificazione dei livelli di governo e ridurre gli sprechi
  • Migliorare le condizioni economiche dei docenti e stabilizzare i programmi scolastici
  • Allineare qualitativamente l’offerta professionale alla formazione scolastica scongiurando l’emigrazione del talento

8 TERRITORIO E AMBIENTE

  • Riqualificare le periferie dei centri urbani sotto il profilo urbanistico, civile e culturale
  • Sostenere gli esistenti protocolli di cura del patrimonio abitativo e del territorio, potenziandoli affinché restino costanti e non influenzabili dalla instabilità di governo nazionale
  • Investire sulla prevenzione delle calamità idrogeologiche e semplificare i poteri amministrativi
  • Investire nella economia circolare

9 ENERGIA

  • Sviluppo delle energie rinnovabili senza cedimenti all’ambientalismo Talebano, alla dipendenza dalla Cina per le materie rare e alla greenflation da spesa pubblica per velleitarismi ecologici, ammodernamento della rete elettrica di distribuzione, investimenti nel nucleare di nuova generazione
  • Assicurare la sicurezza e la diversificazione delle forniture energetiche (in particolare gas naturale) con il rafforzamento del Corridoio Sud e l’accelerazione di East Med, e realizzazione di almeno due rigassificatori onshore

10 FLUSSI MIGRATORI

  • Adottare un effettivo controllo dei flussi in entrata
  • Permettere l’integrazione favorendo un equilibrio tra opinione pubblica, capacità di adattamento degli immigrati e capacità di assorbimento da parte del mercato del lavoro
  • Ripensare lo strumento dei fondi per i Paesi in via di sviluppo sul modello della BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo)

11 FISCO

  • Imposizione sul reddito d’impresa. Incentivare la patrimonializzazione delle imprese e il reinvestimento degli utili nell’attività produttiva, attraverso un modello di tassazione dei redditi d’impresa a doppia aliquota, basato su due momenti impositivi diversi: la detassazione del reddito prodotto e reinvestito in azienda e la tassazione dell’utile distribuito
  • Graduale soppressione dell’Irap, con evidenti vantaggi, anche in termini di semplificazione, per le imprese
  • Imposizione sul reddito delle persone fisiche. Rimodulare le aliquote e gli scaglioni, e razionalizzare le “agevolazioni fiscali, a favore di un sistema di tassazione al netto delle spese di produzione, per tutte le tipologie di reddito (da lavoro, immobiliare, finanziario ecc.).
  • Introduzione di una fascia esente universale, così da permettere la detassazione del “minimo vitale”
  • Spostare l’asse impositivo dall’individuo alla famiglia, eventualmente su base opzionale, attraverso l’introduzione di “splitting” legali o quozienti familiari
  • Ridurre e uniformare le cedolari e le imposte sostitutive
  • Rapporto tra Amministrazione finanziaria e contribuente.Ristabilire la certezza la certezza del diritto, attraverso la pubblicazione di circolari tempestive e complete; la revisione dell’istituto dell’interpello; il miglioramento della “cooperative compliance”; l’introduzione, nello Statuto del contribuente, di un principio che renda stabili nel tempo i regimi fiscali incentivanti
  • Ridefinire la rilevanza penale dell’accertamento tributario, rafforzare le procedure deflattive del contenzioso, rendere più professionale ed efficiente la giustizia tributaria
  • Separazione tra le prestazioni previdenziali, di competenza dell’INPS, e le previsioni assistenziali, recuperando queste ultime all’interno del bilancio dello Stato
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