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Il contributo di Krajewski Damian

OBIETTIVO COSTITUENTE PARTITO LIB-DEM

Vorrei partire con una definizione di liberale intesa come persona che è mossa per almeno il 51% da principi liberali; vi sarà quindi chi è più classico liberale, ma anche chi è più portato ad un dialogo privilegiato con la sinistra, chi con la destra, chi è in salsa radicale od in quella post-democristiana, etc… le cosiddette correnti. Questa premessa per non essere troppo restrittivi e rischiare l’irrilevanza.

Vorrei dividere la mia considerazione in 3 parti: 1-tattica, 2-logica/programmatica e 3-strategica.

1) Parte tattica pro-europee

È del tutto evidente che con le elezioni europee del 2024 alle porte, e considerate le prospettive politiche dell’europarlamento, per confermare i valori europei quali: pace, democrazia, libertà, sovranità, comuni non solo a noi, serva massimizzare la rappresentanza di area centrista-liberaldemocratica, iniziando col coalizzarsi tra forze affiliate all’ALDE [+Europa; LDE; Azione]. Non avrebbe davvero senso andare soli, ma per fare ciò, servirebbe un garante, persona stimata dai diversi soggetti che prenda in modo discreto le istanze di ciascuno, evitando figuracce indesiderate.

Per ciò che riguarda partiti affiliati al PDE [Italia Viva], appartenenti allo stesso gruppo europeo RE, è chiaro che l’eventuale successivo accordo, sempre tramite garante, sia comunque preferibile al lasciare voti in favore di populisti, sovranisti ed estremisti.

Renew Europe non significa nulla in sè, ma è un contenitore utile in un momento in cui le forze attualmente ivi convergenti sono piuttosto deboli:
– Liberal-Democratici-riformatori;
– Social-Democratici-riformisti, che hanno comunque poco da spartire coi massimalisti di sinistra.

2) Parte Logico/Programmatica

Lo Stato chiede contributi ai cittadini per erogare beni e servizi comuni, succede ovunque così; ma la contribuzione dovrebbe essere proporzionale ai servizi erogati, cosa che non accade in Italia!

Tutti i partiti, ad oggi presenti nel Belpaese, non fanno altro che parlare di spesa pubblica, ma non vi è nessuno che rappresenti coloro che tale enorme spesa la finanziano; a differenza dei paesi coi quali ci confrontiamo, dove nessuno si sogna di penalizzare troppo chi produce, dato che ‘tiene in piedi la baracca’.

I Lib-Dem si basano su principi di libertà individuale, mercato, impresa privata e concorrenza, riduzione di presenza dello Stato e dei suoi innumerevoli sprechi, aumento dei diritti civili, lotta ai privilegi, occasioni di buon lavoro al posto dell’assistenzialismo.

Serve provare a raccontare la realtà, anche con banali comparazioni con paesi esteri, avversando logiche clientelari, proponendo riassetti ed organizzazioni di enti pubblici, per un miglioramento in termini di: fiscalità generale, efficacia della spesa, produttività, opportunità per soddisfare esigenze ed ambizioni di vita personali, qualità della vita dei cittadini.

3) Parte Strategica

Anche in Italia mancano effettivamente sia un partito Lib-Dem riformatore; sia, dopo la svolta massimalista ampiamente prevista del PD, uno Soc-Dem riformista; ma questi due soggetti hanno piani di sviluppo paese ed obiettivi assolutamente distinti: perciò niente partito unico coi riformisti!

Serve un percorso costituente per arrivare ad un congresso Lib-Dem, anch’esso con garante (sul modello del 3°congresso di +Europa), nella speranza di intercettare quei (pochi) politici di area liberale, e qualche esponente della società civile, che formino la classe dirigente, dando finalmente una vera rappresentanza alla parte produttiva del paese!

Krajewski Damiano

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