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Il contributo di Tullio Galfré

NEO LIBERALESIMO DEL XXI SECOLO
“PIATTAFORMA EGALITARIA”
Cambiare nome per ritornare autentici

Abbiamo già osservato che la crisi dei partiti politici in Italia – ma con diverse sfumature e intensità anche in Europa e nell’Occidente in generale – è l’effetto atteso della obsolescenza delle ideologie dei secoli XIX e XX e consolidate nelle immagini sclerotizzate di “Destra” e di “Sinistra”, cui si aggiunge quella di un indefinibile “Centro” – lemmi che hanno perduto il loro significato originario per ridursi a semplici espressioni geometriche -, e, insieme, dell’evoluzione dei soggetti politici/partiti verso formazioni liquide e formule ibride di democrazia diretta e rappresentativa.

I partiti tradizionali contemporanei si denominano e identificano in antinomie ideologiche e categorie politiche che si esprimono per il loro contrario:
– il lemma ‘democratico’ versus gli ordinamenti antidemocratici e totalitari,
– il lemma ‘popolare’ versus le oligarchie e i movimenti elitari,
– il lemma ‘repubblicano’ versus le forme di stato e di società alternative alla repubblica,
– il lemma ‘laburista’ versus le élite conservatrici e capitaliste,
– il lemma ‘giustizialista’ versus l’oppressione del potere e sugli ultimi,
– il lemma ‘ambientalista’ versus le politiche di sviluppo favorevoli allo sfruttamento del pianeta;
così pure il lemma ‘liberale’ versus ideologie stataliste e illiberali.

Inoltre, l’attributo ‘liberale’ è il più inflazionato sullo scenario delle caratterizzazioni politiche contemporanee: usato ed abusato nelle definizioni di formazioni e programmi politici più disparati, addirittura importato forzatamente in definizioni oppositive e ossimori quale “socialismo liberale”!

Oggi non sentiamo il bisogno di soggetti e sigle politiche che si intestano l’identità liberale, ennesimi “cespugli” di centro nel panorama dei centristi dispersi e divisi tra Destra e Sinistra a fare (o sperare di fare) le ancelle elettorali di qua o di là, per ritagliarsi opportunisticamente una visibilità in occasione di questa o quella tornata elettorale.

Per contro rivendichiamo un luogo politico per la promozione e l’affermazione in Italia dell’identità e idealità (no: ideologia) liberale del 21° secolo, verso un Neo-Liberalesimo che si proietta e dà risposte anche visionarie e anticipatrici sui grandi temi che sono e saranno la sfida delle prossime generazioni; per dire dei principali: la governance del nuovo ordine mondiale, lo strapotere nell’economia della finanza e delle multinazionali, la lotta alla povertà (vera) dei diversi sud del mondo (anche nei ccdd paesi “ricchi”), la difesa del pianeta dai cambiamenti climatici e dal consumo delle risorse, il deficit politico e democratico dell’Europa, l’inadeguatezza della costituzione italiana e il superamento del suo modello istituzionale, …

Un Neo-Liberalesimo che innova, senza ripudiarla, la grande tradizione liberale del XIX e XX secolo e che afferma il primato dell’individuo sullo stato, contro lo Stato Leviatano, lo Stato etico, dove tutti gli individui sono uguali di fronte alla legge e nei diritti civili e politici, ma al tempo stesso “nessuno è più uguale degli altri”, perché ogni individuo è “diverso” ma non “un diverso” ed è degno della sua diversità: il vecchio come il giovane, il ricco come il povero, il lavoratore come il rentier/il latifondista/il capitalista, il colto come l’ignorante, il giusto come il reo, il credente come l’ateo, l’omo come l’eterosessuale, …

E’ tempo che le formazioni e i laboratori politici che si richiamano autenticamente agli ideali liberali individuino e si riconoscano in un nuovo contenitore politico del XXI secolo moderno, attuale e proiettato verso il futuro come idealità, sotto una nuova denominazione che si rifaccia al neo-umanesimo liberale e un modello di organizzazione liquida e 2.0, oltre le formule desuete e superate dettate dalla sociologia del partiti, come la dicotomia: partito di massa e partito di quadri.

Cambiare nome per ritornare autentici.

E il nome che fa suggestione è “Piattaforma egalitaria”:
– piattaforma, perché adotta le modalità organizzative della ‘platform society’ e le pratiche della ‘edemocracy’ (modello ‘partito piattaforma’ o ‘partito digitale’);
– egalitaria, in quanto movimento politico per il perseguimento e la tutela dei bisogni e diritti di tutti, senza esclusioni e inclusi il diritto alla ricerca della felicità, al riconoscimento del merito e all’accumulazione della ricchezza, con approccio pragmatico e non ideologico, dove il cittadino è soggetto e complemento oggetto dell’azione politica.

Dunque, un movimento 2.0 perché innovativo e innovatore, connesso peer-to-peer con le generazioni e classi sociali, moderno nel linguaggio e globale: davvero un passo avanti rispetto agli altri partiti e soggetti politici!

TG

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