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Il contributo di Andrea Consonni

Buongiorno a tutti,

da quando mi sono trasferito definitivamente in Svizzera seguo con meno partecipazione e più distacco e disincanto la politica italiana. Ho imparato in questa mia esperienza svizzera ad apprezzare il persistere nella politica svizzera di culture e partiti politici ben delineati:conservatori, liberali, popolari, socialisti, ecologisti. Partiti strutturati che vivono di correnti, di dibattito interno, di radicamento sul territorio e di rispetto reciproco dentro e fuori il Parlamento. Una politica fatta di principi ma molto pragmatica nelle soluzioni da proporre, soluzioni spesso impopolari che in molti casi dovranno poi superare l’esame del popolo attraverso l’istituto referendario. Non è certo il Paradiso in terra la Svizzera, basti pensare per esempio a come la pandemia ha fatto scricchiolare il mio tanto amato Federalismo e evidenziato la dipendenza della manodopera straniera, ma se la confronto (con tutte le ovvie e dovute differenze) all’Italia è impossibile non provare scoramento e disaffezione per la politica.

Detto questo, cosa fare nei prossimi mesi? Il fantomatico Terzo Polo è ormai crollato miseramente su stesso e all’orizzonte si prospetta la possibilità che in Europa non verrà eletto nessun esponente di area liberale. Vi confesso che a me piacerebbe molto che i LDE si strutturasse come un vero e proprio partito capace di presentarsi alle elezioni in maniera autonoma ma la vedo come un sogno che non credo porterebbe a chissà quali grandi risultati. L’altra opzione, in chiave elezioni europee, sarebbe quella di creare una lista unitaria che però a questo punto sembra solo una scelta per superare lo sbarramento per eleggere una o due bandierine per poi continuare a litigare e a scannarsi su tutto, spesso solo e soltanto sui social o nei vari talk show con i vari leader che ogni giorno sembrano diventare sempre più egocentrici e interessati a strategie di politica spicciola per garantirsi una possibilità di sopravvivenza.

Ad oggi, a me pare, l’unico interlocutore credibile e con cui condividiamo molte istanze è Più Europa: basti pensare a tutto ciò che riguarda le tematiche prettamente europee, posizionamento internazionale, il libero mercato la concorrenza, le liberalizzazioni, la giustizia, la ricerca scientifica. i diritti sociali. Non voglio escludere nemmeno Azione, certamente più conservatrice su alcuni temi a me molto cari (sono di formazione radicale ed è facile intuire su quali temi io sia in disaccordo) e con una leadership che definire turbolenta è poco ma con cui è molto facile collaborare su tantissimi temi.

Ecco, allora sì a un’alleanza fra questi soggetti (non voglio dimenticare anche Italia Viva ma sembra che il suo percorso si stia allontanando dal nostro) e noi LDE con l’auspicio di vedere alcuni di noi inserite nelle liste che verranno presentate perché non è più tempo per nascondersi, ma solo se questa alleanza sarà la premessa per la costruzione di un soggetto unico e non fra dieci anni ma nell’immediato. Un partito contendibile, che non abbia paura delle correnti, che viva di un dibattito continuo e aperto al confronto ogni giorno, senza preclusione, con le altre forze politiche. Un partito liberale che stia al centro, che rifiuti la dicotomia Destra e Sinistra, Centro Destra e Centro Sinistra.

Ciò che ho poi percepito nei mesi scorsi discutendo sul territorio e sui social è che c’è una base in tutti questi tre partiti fatta di militanti, iscritti, dirigenti che vedono come naturale l’unirsi su molti temi, lasciando da parte le naturali e sacrosante differenze. Ho incontrato tante persone che non votano da anni perché non hanno un partito da votare e che non hanno nessuna voglia di affidarsi ai populisti di destra e sinistra.

Ma ho anche percepito una certa stanchezza, un’apatia molto rischiosa, un non comprendere più i giochetti della politici. Ecco, se mi chiedete cosa si potrebbe fare nei prossimi, io risponderei: dando più voce al territorio, ai militanti, agli iscritti, a chi ha poca voce e magari viene zittito perché non ha un peso elettorale, un nome spendibile in tv, non fa parte di questa o quella congrega ma ha tante idee, voglia e soprattutto si sente liberale. Si sente riformatrice e non riformatore. E sappiamo bene di quante riforme strutturali ha bisogno l’Italia. Riforme, magari dolorose, che necessitano però di essere spiegate con chiarezza ma anche col cuore. Lo sappiamo: certe volte appariamo un po’ come i professorini con la penna rossa in mano, quelli che la sanno lunga su tutto, dei pericolosi liberisti senza attenzione per gli ultimi. Ecco, forse dobbiamo imparare anche a comunicare con chiarezza e pacatezza, un po’ come accade con la nostra newsletter che è davvero ben fatta.

Tutto qui.

Mi dispiace per queste righe confuse e scritte di fretta e di non essere presente all’appuntamento di Milano ma vi mando lo stesso un abbraccio caloroso, ringraziando segretario e la dirigenza per quanto fatto fino ad ora.

Andrea Consonni

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