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Il divieto medioevale alla carne coltivata

Il Medioevo del centrodestra

L’Italia nel Medioevo, eccola qua, per gratificare le corprorazioni del nuovo secolo.

Coldiretti è una di queste: una corporazione che fa il bello e il cattivo tempo nel nostro Paese, con un bacino di 1,6 milioni di voti circa, che non disdegna metodi squadristi (vedi il video dell’aggressione a Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi).

A questo punto attendiamo l’istituzione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni con rappresentanti di Coldiretti, dei balneari e dei tassisti. Il dibattitto diventerebbe forse più trasparente.

Fatto sta che l’Italia è il primo Paese al mondo a vietare la carne coltivata in vitro.

La Camera ha infatti approvato in via definitiva, con 159 sì, 53 no e 34 astenuti, il disegno di legge fortemente voluto dal centrodestra.

E noi siamo incazzati da morire, perché questo è esattamente il tipo di politica che lascia l’Italia indietro nel confronto mondiale.

Questo è esattamente il tipo di politica che toglie benessere.

Perché il progresso scientifico è benessere.

Grandi aziende hi-tech sorgeranno altrove, realizzando utili e pagando tasse mentre contribuiscono a risolvere il problema della fame nel mondo e della sostenibilità ambientale. E pure quello della sicurezza alimentare.

Quella della carne coltivata è infatti una rivoluzione, una rivoluzione che non ha niente di sintetico, perché questa carne viene prodotta a partire da una cellula animale, prelevata con una biopsia e poi coltivata in laboratorio con l’utilizzo di fattori naturali di nutrimento.

Sviluppandosi, queste cellule primitive, che non avevano alcuna specializzazione, si differenziano fino a diventare muscolo. Non avviene nessuna modificazione genetica né manipolazione.

Per sintetico si intende invece ciò che deriva da una sintesi di più elementi. Sintetici saranno gli insaccati (che provocano il cancro), non la carne coltivata!

Si stima che la produzione di carne coltivata riduca di circa il 98% le emissioni di gas serra rispetto a quella tradizionale, soprattutto perché abbatte l’impiego di allevamenti intensivi e richiede un minore utilizzo di energia.

Tutto questo si lega anche a un minore consumo di acqua, di antibiotici e di farmaci di vario genere, oltre a un’occupazione inferiore di suolo: la carne coltivata richiede il 95% di suolo in meno.

Essendo prodotta in laboratorio, la carne coltivata in laboratorio rappresenta un’alternativa cruelty free alla produzione tradizionale di carne, in quanto – lo ribadiamo – evita il processo di macellazione degli animali.

Da non sottovalutare, come dicevamo, anche l’aspetto relativo alla sicurezza alimentare: la carne non viene, infatti, esposta a sostanze come pesticidi, fungicidi e antibiotici (molto usati nell’industria della carne), dunque vengono rimosse all’origine anche tutte le potenziali criticità associate.

Ma cosa dice Forza Italia che ha tanto voluto la tutela degli animali (sì, degli animali) in Costituzione? Meglio scannare un animale che utilizzarne le cellule in vitro. È questo il grande messaggio di civiltà?

L’Italia non un paese per la scienza e il progresso.

Poi non stupitevi se i talenti migliori se ne vanno altrove.

Mentre altri progrediscono e aumentano il proprio benessere noi potremo sempre sgozzare maiali.

Che è più tradizionale.

Addio anche alla carne “vegetale”

Rispetto per i consumatori, andiamo!

“I consumatori meritano rispetto e trasparenza. Per questo, nella legge contro la carne coltivata approvata ieri, c’è una norma che ho voluto promuovere per impedire l’utilizzo del ‘meat sounding’: se un prodotto è a base vegetale, sull’etichetta non ci potrà più essere un nome che richiama alla carne o a prodotti fatti con la carne. Stop quindi a bistecche di tofu, hamburger vegetali, mortadelle vegane e altre definizioni simili”.

Queste le parole del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.

“Penso sia giusto chiamare ogni cosa con il proprio nome. Ciascuno è libero di mangiare prodotti vegetali, che certo non fanno alcun male, ma deve scegliere con consapevolezza e sapere cosa sta comprando. Una tutela in più per produttori e consumatori”.

Come se il consumatore potesse credere che esista una carne di foglie, in senso letterale.

Trattare l’elettore da bambino immaturo, continuate così.

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