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Newsletter Libdem n. 14 – 18/06/2023

Grazie

Grazie, grazie, grazie.

Grazie alle amiche e gli amici che ieri hanno partecipato alla nostra prima assemblea e grazie a tutti coloro che hanno seguito i lavori da remoto.

Un ringraziamento particolare va al gruppo che si è occupato dell’organizzazione e, su tutti, a Monica Cucci e Luigi Di Placido.

Grazie anche a tutti gli ospiti che hanno accettato il nostro invito: Ilhan Kyuchyuk, co-presidente di ALDE Party, Davide Giacalone, Luigi Marattin, Giulia Pastorella, Mariastella Gelmini, Benedetto Della Vedova, Raffaella Paita, Elena Buratti, Rahel Zibner, responsabile per l’Italia della Fondazione Friedrich Naumann per la Libertà, Roberto Mantovani, il tassista preso di mira dai suoi colleghi perché diffonde i numeri del proprio fatturato.

Grazie alla Fondazione Einaudi per il prezioso supporto culturale.

Grazie a Guglielmo Piombini, strenuo difensore della libertà, titolare della leggendaria Libreria Del Ponte di Bologna, che ha tenuto un banchetto pieno zeppo di saggi sul liberalismo per l’intera durata dei lavori.

Grazie ad Andrea Marcucci, che ha accettato la presidenza del nostro movimento.

E sempre grazie, naturalmente, ai nostri quattro garanti fondatori: Giuseppe Benedetto, Sandro Gozi, Oscar Giannino e Alessandro De Nicola. Senza di loro non saremmo qui.

Noi siamo molto soddisfatti, perché l’evento è stato molto partecipato e molto sentito e ha trovato spazio anche sui giornali (online, ad esempio, su Il Riformista e su La Nuova Sardegna).

Il video integrale della giornata si trova sul nostro canale Youtube.

Per noi si tratta della ennesima conferma che lo spazio per una offerta politica indipendente dalla destra e dalla sinistra (basta parlare di centrodestra e centrosinistra, che sono categorie dello spirito, non del mondo reale di oggi) c’è e chiede disperatamente di uscire dall’astensione.

 

Programma e simbolo per un cambio di passo

L’assemblea è stata anche l’occasione per presentare il nostro nuovo simbolo.

Da sempre ritenuti simbolo di pace, speranza e ispirazione, la loro naturale capacità volare li ha resi nel tempo agenti di libertà e indipendenza.

Il bird of freedom cantato da Seal e da tanti scrittori, poeti e patrioti della libertà è il nostro nuovo simbolo.

Nel corso dell’assemblea Alessandro De Nicola ha presentato anche il nostro programma, che avete potuto leggere durante i lavori e che troverete presto sul sito.

Si tratta dell’ottimo risultato del gruppo di lavoro diretto da Angelo Pappadà, come poi discusso e modificato dagli associati e dal direttivo.

Per ciascun punto programmatico istituiremo dei gruppi di studio e approfondimento aperti a tutti.

Da oggi cominciamo dunque un nuovo percorso.

Come ha detto Giuseppe Benedetto nell’intervento di chiusura, le circostanze ci hanno portato a dover imparare a camminare sulle sole nostre gambe, equidistanti sia rispetto alla destra, sia rispetto alla sinistra. Quello di ieri è stato il primo nuovo passo.

Saremo sempre la forza che cerca l’unità del mondo liberaldemocratico, perché dividersi, semplicemente, non ha senso: non si realizza nemmeno una sola cosa del nostro programma stando sulla soglia di sbarramento o poco sopra.

Finché avremo un briciolo di energia in corpo, ha detto Oscar Giannino, ci adopereremo per l’unità del mondo liberaldemocratico. Non farlo, finirebbe per agevolare gli avversari.

Riunirsi in un unico movimento, all’interno del quale confinare il dibattito, gli attriti e le discussioni per uscirne con una sintesi è infinitamente meglio che tenere tante posizioni diverse, magari su piccole sfumature, che disorientano lo stesso elettorato.

Elettorato che, d’altra parte, non può essere preso in giro.

Come ha detto Davide Giacalone, fare tante piccole liste con una legge elettorale che prevede una soglia di sbarramento è da dementi, perché rischia di lasciate tutti a bocca asciutta e impone di contendersi lo stesso elettorato (il che non lascia ben sperare sui metodi che verrebbero messi in campo).

D’altra parte, mettersi d’accordo la sera prima della presentazione delle liste non è serio.

Dovremmo pensare prima di tutto a chi vota (e vuole votare, ma non si sente rappresentato), invece che fare calcoli su chi, come e dove eleggere candidati.

Raffaela Paita ha detto: impariamo ad essere un’unica cosa, pur non essendo la stessa cosa, citando gli U2.

Sottoscriviamo.

Come ha detto Alessandro De Nicola citando il Vangelo di Matteo, il nostro parlare (e il nostro posizionamento) sarà franco e netto: sì, sì, no, no; il di più viene dal maligno.

Grazie a tutti per essere qui e per il fatto di crederci.

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