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Newsletter Libdem n. 15 – 24/06/2023

Golpe in Russia?

Questo sabato si apre con una notizia di grande portata.

La dottrina della vittoria ucraina, il cui obiettivo più ambizioso è un regime change a Mosca, potrebbe rivelarsi un successo proprio in queste ore (con tutte le incognite che ne conseguirebbero).

Prigozhin, dopo aver accusato l’esercito russo di avere bombardato le sue postazioni, ha infatti invocato l’insurrezione contro i vertici della difesa e ha sfidato apertamente Putin iniziando dalla città di Rostov, che risulterebbe già occupata.

“Il gruppo Wagner ha deciso che coloro che hanno responsabilità militari per il Paese devono essere fermati”, ha detto Prigozhin in un audio chiedendo di non opporre “resistenza” alle sue truppe e affermando che il ministro della Difesa Shoigu sarà “fermato”. Non è “un colpo di stato militare”, ha aggiunto, ma uno sforzo per ripristinare la “giustizia”.

Il capo della Wagner sarebbe già arrivato al quartier generale dell’esercito russo nella città, centro chiave per l’assalto dell’esercito di Mosca all’Ucraina, e avrebbe preso il controllo di siti militari, compreso un aeroporto.

Per il servizio di sicurezza russo (FSB) “le dichiarazioni e le azioni di Yevgeny Prigozhin sono in realtà appelli per l’inizio di un conflitto civile armato sul territorio della Federazione Russa e sono una pugnalata alle spalle dei militari russi che combattono le forze ucraine filofasciste”.

25 mila uomini sarebbero pronti a sacrificarsi per rovesciare il regime in carica.

Il dipartimento di Mosca dell’Fsb è in stato di allarme e ha istituito posti di blocco sull’autostrada M4 che collega la capitale con Rostov.

Putin ha emesso un mandato di cattura per Prigozhin, che ora deve lottare per la sua sopravvivenza, fino alle conseguenze più estreme.

Per il capo degli 007 ucraini “la fragile dittatura di Putin è caduta. I rashisti hanno cominciato a mordersi l’un l’altro per potere e denaro”, ha scritto su Telegram Budanov, aggiungendo che “Quello che è successo è ciò di cui abbiamo parlato a lungo, lo scontro interno russo gioca a favore delle nostre brigate d’assalto addestrate, che sulle spalle degli invasori libereranno l’Ucraina e quei territori che vogliono far parte del nostro potente, invincibile e glorioso Paese”.

 

Caos Mes

In settimana due docce gelate sulla premier dopo i “fasti” di Parigi.

In poche ore il governo è andato sotto al Senato sul decreto Lavoro e il ministero dell’Economia ha mandato una piccola relazione in Commissione Finanze alla Camera per dire che il trattato di modifica del Mes rafforzerà la nostra moneta e non comporterà maggiori oneri: esattamente il contrario di quanto sostenuto finora da Lega, Fdi e dalla stessa Giorgia Meloni (non dimentichiamoci, infatti, quale fosse la sua posizione in merito).

Sul decreto Lavoro abbiamo assistito ad un vero e proprio regolamento di conti.

Il decreto, già in aula, era tornato in Commissione per ottenere il parere su 10 nuovi articoli voluti da Fratelli d’Italia. E solo da loro. Bypassando, a quanto pare, Lega e Forza Italia.

Così in Commissione il pacchetto di nuovi emendamenti è finito in parità (10 a 10), che al Senato significa sconfitta. Assenti i due senatori azzurri, Lotito e Mariani.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa più tardi ha spiegato che “era in corso un cocktail-brindisi al Senato”. Questo sarebbe stato il motivo dell’assenza.

No comment.

Nelle stesse ore Palazzo Chigi ha annullato il consiglio dei ministri convocato per le 17 per decidere, fra l’altro, sulla riforma del codice della strada voluta da Matteo Salvini.

Erano già girate bozze e il vicepremier e ministro delle Infrastrutture aveva spiegato con orgoglio il giro di vite su automobilisti e monopattini. “Sopraggiunti impegni della premier” la motivazione ufficiale.

Eh, eh.

Quanto al Mes, il ministro Giorgetti da ormai sette mesi partecipa all’Eurogruppo (la riunione dei 27 ministri economici) e non ce n’è uno che non termini con la raccomandazione all’Italia di ratificare il Mes: “Lo hanno fatto tutti e l’assenza del vostro atto parlamentare blocca il Meccanismo e condiziona tutti gli altri Paesi”.

Insomma, la maggioranza è tutt’altro che unita politicamente e ogni giorno si consumano scontri, lotte interne e regolamenti di conti.

Lega e Forza Italia mal sopportano il protagonismo di Giorgia Meloni. Ma Salvini e Tajani, a che protagonismo potrebbero mai aspirare? Eh, eh.

A noi il compito di enfatizzare tutti questi dissidi e continuare a fare una opposizione ferma e determinata rispetto ad ogni proposta balzana o controproducente di questa maggioranza.

 

Procura di Padova

La nostra solidarietà e vicinanza a tutte le coppie omosessuali di Padova e di ogni altra città d’Italia che si sono viste e che si vedranno impugnare gli atti di nascita trascritti nei registri anagrafici attribuendo lo stato di genitore a entrambi i componenti.

Immaginate cosa sia ricevere una busta verde con la citazione a giudizio per privare giuridicamente il proprio figlio di uno dei due genitori, legittimamente ritenuti tali dalle istituzioni fino a quel momento.

Inutile e sbagliato, però, prendersela con la Procura di Padova, che ha impugnato 33 atti di stato civile in cui il Sindaco Sergio Giordani (civico appoggiato dal Pd e da liste civiche di centro e di sinistra) aveva trascritto lo stato genitoriale di coppie omosessuali che avevano avuto un figlio ricorrendo all’estero a tecniche di procreazione assistita a loro vietate in Italia.

Il problema è la legge, non la Procura, la quale svolge il suo lavoro impugnando un atto che allo stato attuale in Italia è effettivamente illecito.

Il punto è che In Italia, il paese in cui viene spesso sottolineata l’importanza e la centralità della famiglia e il calo delle nascite viene visto come un problema di grande rilievo, per chiunque non sia una coppia eterosessuale costruire una famiglia può essere estremamente complicato.

Alle coppie omosessuali e ai single è vietato, infatti, il ricorso alle tecniche di procreazione assistita, che permettono di fare figli a chi non riesce ad averli in modo naturale. Per poter fare un figlio, le coppie omosessuali e i single italiani devono andare all’estero, con percorsi lunghi e molto costosi, oppure trovare altre strade, magari informali e non sempre sicure.

Per i genitori omosessuali le difficoltà continuano anche dopo la nascita dei figli, col mancato riconoscimento del legame di parentela tra il bambino e il genitore non biologico.

Sono discriminazioni che non sembra ci sia la volontà di rimuovere, benché anni di studi abbiano ormai assodato che il benessere dei bambini non dipende dalla struttura della famiglia o dal diverso genere dei genitori, ma dalla qualità dei rapporti al suo interno.

Una scappatoia c’è, ma si tratta di un rimedio dispendioso e non scontato. Ogni coppia che si vedrà revocare lo stato di genitore di quello dei due che non sia considerabile “naturale” in senso biologico (e che si suole chiamare “intenzionale”) potrà fare ricorso al giudice per ottenere l’adozione in casi particolari. In tal modo il genitore estromesso potrà chiedere di adottare il figlio voluto con il partner e fino a poco tempo prima registrato come tale nei registri anagrafici.

Si tratta del c.d. stepchild adoption, che l’originaria proposta di legge di Monica Cirinnà sulle unioni civili voleva rendere pressoché automatica a seguito della formalizzazione del vincolo. La maggioranza in Parlamento su questo però si spaccò, come ricorderete.

L’adozione in casi particolari è rimasta così ferma nella sua originaria scrittura del 1983, costringendo la giurisprudenza a interpretazioni evolutive che hanno alla fine portato al riconoscimento del suo impiego anche per adottare il figlio biologico del partner omosessuale.

Capite, però, che dover ricorrere al giudice invece di vedersi riconoscere in maniera automatica un certo legame affettivo (in tal caso verso il figlio non biologico voluto col partner), è molto diverso.

Insomma, la politica è per l’ennesima volta indietro rispetto alla società e si impone un intervento normativo.

Per finire consentiteci una provocazione: impedire o ostacolare il ricorso a tecniche di procreazione assistita a single e coppie omosessuali, non è in contraddizione con il diritto alla vita? Non significa dire a quel bambino, unico e irripetibile, che nascerebbe con tali tecniche, con quella certa combinazione di gameti, per quella coppia o quel single che lo hanno voluto: “No, tu non puoi nascere.”?

Per una certa fazione politica si tratta di una posizione giusta.

Per noi si tratta di una posizione ingiusta.

 

Non è vero che al Sud c’è sempre meno occupazione

Grossi guai per Conte in settimana.

Sapete che il 17 giugno il Movimento 5 Stelle ha organizzato una manifestazione a Roma contro la precarietà per criticare le politiche sul lavoro del governo Meloni.

Durante il suo intervento il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha detto, tra le altre cose, che al Sud Italia «c’è sempre meno occupazione». «Andiamo a leggere i dati, andiamo a leggere le statistiche», aveva dichiarato l’ex presidente del Consiglio subito prima di fare la sua affermazione sul mondo del lavoro nelle regioni meridionali. Ma sono proprio i dati e le statistiche a smentire Conte.

Secondo Istat, nel primo trimestre del 2023 il tasso di occupazione (15-64 anni) al Sud è stato pari al 47 per cento: +1,5 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2022. È la percentuale più alta da quando sono disponibili le serie storiche.

Brutto colpo per la narrazione vittimista su cui il M5S costruisce il suo consenso.

 

Europa

La presidente slovacca filo europeista Zuzana Caputova non si candiderà a un secondo mandato da capo dello Stato.

Lo ha reso noto durante una dichiarazione al Palazzo presidenziale. Le elezioni presidenziali si terranno nella primavera del 2024.

L’ex avvocato per i diritti umani ha vinto il suo primo mandato quinquennale nel 2019 ed è stata una voce forte a favore dell’integrazione europea, dei diritti delle minoranze e un sostenitore della vicina Ucraina nella sua difesa contro la Russia.

“Con la mia decisione di non candidarmi, non rinuncio all’ideale e alla fiducia nei valori a cui ho dedicato la mia vita professionale e personale”, ha dichiarato.

“Ho cercato di aiutare la democrazia e la giustizia in Slovacchia prima del mio mandato presidenziale, durante e dopo”.

L’annuncio della Caputova potrebbe spingere altri potenziali candidati a dichiarare che si candideranno.

La Caputova, 49 anni, è stata spesso criticata per le sue posizioni liberali dal leader dell’opposizione ed ex primo ministro Robert Fico, che ha sostenuto, senza prove, che fosse una marionetta degli Stati Uniti e che fosse al servizio degli interessi del finanziere statunitense George Soros.

Il mese scorso Caputova ha dichiarato che avrebbe intrapreso un’azione legale contro Fico, il cui partito Smer è in testa ai sondaggi, per quelle che ha definito bugie.

Ma ha anche dichiarato che sia lei che la sua famiglia sono stati oggetto di minacce di morte, il che, pare, sia la ragione principale della scelta di non ricandidarsi.

Brutto clima.

 

Nucleare

Aderiamo alla campagna di Azione “Nucleare? Sì Grazie”.

Qui trovate il testo della petizione e i nomi dei primi 12 firmatari che ne condividono il contenuto, a prescindere dalle rispettive preferenze elettorali. Se anche voi siete d’accordo, sostenetela.

Petizione sull’energia nucleare

Il libro della settimana

Nucleare. L’energia a cui l’Italia non può rinunciare. Di Umberto Minopoli.

Compriamo energia nucleare fatta a pochi chilometri dal confine anziché produrla noi.

Confondiamo tossicità con radioattività, i rischi di una centrale atomica con quelli di una bomba atomica.

Crediamo che i rifiuti e le scorie siano due cose diverse (gli uni non pericolosi, le altre sì), che la ricerca sia sempre ferma ai tempi di Černobyl, che la scelta di chiudere i nostri impianti sia stata dettata dalla volontà popolare e non dalla corsa agli idrocarburi.

In tutto il mondo si continuano ad aprire centrali nucleari, si costruiscono nuovi reattori, si progettano strutture di sicurezza a prova di errori umani o catastrofi naturali: al contrario, l’Italia, che era la terza potenza nucleare del pianeta, ha fermato tutto e ha cominciato a comprare da altri l’energia necessaria.

Solo una percentuale minima del suo fabbisogno è coperta dalle fonti rinnovabili, per il resto il gas viene dalla Russia, il petrolio dagli arabi, il nucleare dai francesi e dagli svizzeri. L’aumento dei prezzi del gas e la guerra ci obbligano a rivedere il nostro mix energetico e i pregiudizi sul nucleare.

E anche a batterci perché questa fonte, priva di emissioni nocive, inserita nella tassonomia europea, sia utilizzata per i finanziamenti sostenibili: il fabbisogno di energia del pianeta non va soddisfatto a scapito dell’ambiente, né della ricchezza energetica.

 

 

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